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Superbonus, il governo dice stop: cosa cambia ora e chi dovrà pagare i lavori. Tutto quello che c’è da sapere

Pubblicato il 17/02/2023 09:38
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Superbonus, il governo dice stop

Arriva l’ennesima giravolta sul Superbonus che manda in tilt cittadini e imprese. Ma non solo. Perché intorno alla norma che doveva rimettere in moto l’economia attraverso la locomotiva edilizia dopo il dramma economico e sociale della pandemia (grazie alla folle gestione del trio Conte, Draghi e Speranza), si è creata una tempesta senza fine. Il decreto legge approvato ieri, 16 febbraio 2023, in Consiglio dei Ministri punta a “risolvere il problema che riguarda la categoria delle imprese edili per l’enorme massa di crediti fiscali incagliati” e a “mettere in sicurezza i conti pubblici”, ha spiegato in conferenza stampa il ministro dell’Economia, Giancarlo Giorgetti. Il ministro ha puntato il dito contro le decisioni dei precedenti governi, ma con il nuovo decreto le cose non migliorano. Anzi. Si innesca un’altra spirale di confusione da cui è difficile uscire. Ma cosa succede nei fatti dopo lo stop al Superbonus? E soprattutto, quello che ora si chiedono i cittadini è: chi paga i lavori? Proviamo a fare chiarezza e a spiegare tutto. (Continua a leggere dopo la foto)
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Con lo stop al Superbonus ci sarà subito l’addio allo sconto in fattura e alla cessione dei crediti sui bonus fiscali. Ma anche il divieto di acquisto per gli enti locali dei crediti già in circolazione. Il presidente della Repubblica Sergio Mattarella ha firmato “Decreto-legge recante misure urgenti in materia di cessione dei crediti di cui all’articolo 121 del decreto-legge 19 maggio 2020, n. 34, convertito, con modificazioni, dalla legge 17 luglio 2020, N. 77” varato dal governo Meloni che prevede lo stop allo sconto in fattura. Cosa succede, dunque, a chi ha presentato la Comunicazione di Inizio Lavori Asseverata (Cila)? E cosa cambia per chi vorrà fare lavori dopo questo nuovo decreto? (Continua a leggere dopo la foto)

Con lo stop totale allo sconto in fattura e alla cessione del credito succede che d’ora in poi per i nuovi interventi edilizi (non quelli già avviati) resta solo la possibilità della detrazione d’imposta. Il decreto che blocca il Superbonus affronta anche il nodo della responsabilità solidale dei cessionari, che viene così esclusa per chi è in possesso di tutta la documentazione relativa alle opere. Giorgetti ha spiegato che gli sconti in fattura già concessi ammontano a 105 miliardi di euro. Mentre a marzo dovrebbero arrivare a 110. Di fatto, le banche non avrebbero più “spazio fiscale per comprare nuovi crediti”. Ma per quanto riguarda i condomini? Per tutti quelli che hanno adottato la delibera assembleare sull’esecuzione dei lavori e hanno presentato la Comunicazione di Inizio Lavori Asseverata (Cila) potranno ancora cedere all’impresa il credito di imposta. E quindi effettuare le opere senza costi. Anche per le villette il decreto del governo salva lo sconto in fattura solo per chi ha già presentato la Cila. (Continua a leggere dopo la foto)

Per le unifamiliari il bonus scende dal 110 al 90%

Infine, spiega approfonditamente Open, per le case unifamiliari il Superbonus è sceso dal 110 al 90%. A poter usufruire dello sconto saranno ora solo i nuclei familiari con un reddito non superiore ai 15 mila euro. Cosa altro succede con il nuovo decreto? Il governo ha anche abrogato le norme che prevedevano la possibilità di cedere i crediti relativi a: spese per interventi di riqualificazione energetica e di interventi di ristrutturazione importante di primo livello (prestazione energetica) per le parti comuni degli edifici condominiali, con un importo dei lavori pari o superiore a 200.000 euro; spese per interventi di riduzione del rischio sismico realizzati sulle parti comuni di edifici condominiali o realizzati nei comuni ricadenti nelle zone classificate a rischio sismico 1, 2 e 3, mediante demolizione e ricostruzione di interi edifici, eseguiti da imprese di costruzione o ristrutturazione immobiliare, che provvedano alla successiva alienazione dell’immobile.

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