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Spegnere i condizionatori! Draghi prepara l’emergenza mentre già si pianificano i razionamenti

Pubblicato il 16/06/2022 19:11 - Aggiornato il 17/05/2023 10:15

Sull’Italia, già da qualche mese, aleggia un’ombra. La paura di arrivare al prossimo inverno con gli stoccaggi di gas semivuoti fa tremare le gambe (e non solo) di cittadini e aziende. Ora, con i tagli di forniture da parte della Russia, questo timore assume contorni molto più concreti ed il rischio di razionamenti diventa una plausibile realtà. E ciò rappresenterebbe per gli italiani il gettarsi in tuffo carpiato oltre l’orlo del baratro.
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Uno scenario inquietante

“Austerity”. Una parola che fa rabbrividire molte persone solo a sentirla – o a leggerla -, visti i trascorsi del Belpaese con i dettami di austerità imposti dall’Europa a conduzione tedesca. Come ipotizzato da Il Messaggero, ciò che ci aspetta sarà, probabilmente, uno scenario del genere: lampioni delle città spenti prima della mezzanotte, l’attenzione spasmodica alle lampadine accese in casa, le fabbriche in marcia a orari alterni. Condizionatori utilizzati il meno possibile e termosifoni al minimo indispensabile. Lavastoviglie e lavatrici solo a pieno carico. E così via. Ironia della sorte, forse nemmeno serviranno delle norme imposte per legge: se le bollette continueranno a lievitare, nonostante gli aiuti messi in campo dal governo, saranno le stesse famiglie a tenere alta l’attenzione sui consumi.
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freezed young woman in warm clothes sitting on sofa at home

Prezzi alle stelle

Il ministero del Tesoro lo aveva messo in conto, considerandolo lo scenario peggiore: l’interruzione delle forniture russe di gas prima che l’Italia avesse potuto riempire gli stoccaggi, lasciando vacanti le riserve nazionali che dovrebbero assicurare il sostentamento per il prossimo inverno. Uno scenario pessimo, che purtroppo sta divenendo realtà. Gazprom sta inesorabilmente tagliando le forniture. Il prezzo per luglio sulla Borsa Ttf di Amsterdam è arrivato a 122 euro al Megawattora. Fino a qualche giorno fa veleggiava attorno agli 80 euro. Dunque, ad oggi, il costo del gas si è avvicinato a quei 200 euro stimati dal governo in caso di interruzione totale del gas.
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Il rischio di razionamenti è reale

Le contromisure del Tesoro e di Palazzo Chigi sembrano essere del tutto insufficienti. Ci si prepara ad un nuovo intervento da 7 miliardi di euro, finalizzati al frenare la rincorsa dei prezzi delle bollette e anche quella della benzina, che ormai è tornata sopra i 2 euro al litro. Peccato che Vladimir Putin abbia decisamente il pieno controllo della situazione, potendo disporre dei tagli alle forniture a suo piacimento. Le conseguenze di questa situazione sono a dir poco tragiche. Innanzitutto si registrerebbe un ulteriore aumento del costo dell’energia e, di conseguenza, di tutti i beni, per la gioia del picco inflattivo. In secondo luogo, ciò renderebbe difficile e costoso riempire gli stoccaggi, causando razionamenti energetici il prossimo inverno, con danni irreparabili al tessuto economico nazionale. Ma c’è di peggio: se le forniture russe si riducono ancora, c’è il rischio concreto che si possa rendere necessario il dover attingere alle riserve già quest’estate.
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Sanzioni contro chi?

Insomma, quando si fanno le sanzioni “ad minchiam” come quelle promosse dai Paesi Nato e, in particolare, dall’Unione Europea e dall’Italia del cameriere Draghi, le conseguenze possono essere queste: il rischio di finire zampe all’aria molto prima dei sanzionati. Ci si chiede se si sia voluto punire Putin, oppure, se si abbia dato – consapevolmente – il colpo di grazia ad un’Europa già al collasso.

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