Si trova ora agli arresti domiciliari – ed è solo una prima misura cautelare data la gravità dei fatti – il dirigente medico del reparto di Oculistica e primario dell’ospedale di Esine, in provincia di Brescia. Giovanni Mazzoli è accusato di truffa aggravata, peculato, falso in atto pubblico e indebita induzione a dare o promettere utilità. I carabinieri di Breno indagavano su di lui sin dall’aprile del 2020, allorché pervennero le prime segnalazioni. Molteplici, dunque, i reati commessi: il primario si sarebbe fatto pagare dai suoi pazienti per eludere le liste d’attesa altresì lunghissime per determinati interventi e, inoltre, avrebbe anche redatto falsi certificati per le patenti e svolto attività privata mentre sarebbe dovuto essere in servizio. (Continua a leggere dopo la foto)
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I soldi al primario per saltare le liste d’attesa
Secondo gli inquirenti, il medico, abusando della sua posizione di vertice all’interno della struttura ospedaliera, avrebbe indotto gran parte dei suoi pazienti, che dovevano essere operati alla cataratta, a consegnargli somme di denaro per accedere all’intervento: cifre che andavano dai 500 ai 700 euro, garantendo così, e solo a tale condizione, che avrebbe eseguito le operazioni oculistiche entro 30-40 giorni, senza le attese gestite dal Centro Unico di Prenotazione e che sarebbero potute durare per lunghi mesi. Con la misura cautelare personale è stata data esecuzione a un decreto di sequestro preventivo di un conto titoli a lui intestato per un importo di circa 200mila euro.
Il provvedimento si fonda sull’analisi investigativa svolta dalla Guardia di Finanza, Sezione di Polizia Giudiziaria presso la Procura di Brescia, che ha evidenziato una rilevante sproporzione tra il patrimonio riconducibile al medico arrestato e i redditi da lui dichiarati. (Continua a leggere dopo la foto)
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Le altre accuse
L’accertamento della Guardia di Finanza ha dunque rilevato che, come sostiene l’accusa, il medico si sarebbe appropriato illecitamente della quota che spettava alle casse dell’Azienda socio-sanitaria territoriale della Valcamonica e, come se non bastasse, avrebbe redatto certificati medici falsi per il rinnovo di patenti di guida, in favore di soggetti che non presentano i necessari requisiti fisici, come apprendiamo dal portale di Sky TG24. Ma c’è ancora da segnalare un altro reato che non manca in questo variegato curriculum criminale: il primario avrebbe anche svolto attività di libera professione in forma di intra moenia allargata, ovvero, come spiga il portale QuiBrescia, prestando servizio presso uno studio medico privato, del quale era il direttore sanitario, in giornate e in orari in cui, invece, sarebbe risultato in servizio presso l’ospedale di Esine. (Continua a leggere dopo la foto)
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Il sequestro preventivo
Oltre al sequestro preventivo dei 200 mila euro di cui abbiamo già scritto, i carabinieri di Breno, durante alcune perquisizioni disposte dalla Procura di Brescia, hanno sequestrato un “tesoretto” formato da altri 339mila euro in contanti, rinvenuti in casa e in una cassetta di sicurezza, nonché da gioielli e orologi preziosi, da una trentina di quadri di valore e da una cantina con bottiglie di pregio. È presumibile e verosimile, o almeno così pensa la magistratura bresciana, che tutti questi beni e questi soldi rappresentino i proventi dei numerosi e protratti reati commessi da Giovanni Mazzoli.
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