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Silenzio sul report che svela infiltrazione della camorra nell’ospedale campano. Il Governo rimanda per aiutare De Luca?

Pubblicato il 08/08/2020 15:45

Tutto il meglio della criminalità ‘all’italiana’ in uno scatto che rappresenta la raccapricciante situazione dell’ospedale San Giovanni Bosco. “Per gli amici del clan niente lista d’attesa e il ticket è ridotto. Il parcheggio gestito dagli amici degli amici, il servizio di vigilanza affidato senza troppe formalità, il medico che chiedeva aiuto ai boss per regolare questioni in sospeso”, questo e tanto altro emerge dalle inchieste della Dda di Napoli tra il 2014 e il 2019 che in sintesi svelano il ‘controllo’ criminale che il clan Contini ha nella gestione dell’ospedale.

Si parla anche di controllo nella “gestione dei posti letto, della ristorazione all’interno della struttura, dei lavori di ristrutturazione”. Insomma, una vera e propria gestione del pubblico nelle mani mafiose. Anche in altri centri di cura del capologuo partenopeo risulta la mano nera della camorra. Clamoroso, per citarne uno tra i tanti, il caso della camera mortuaria dell’ospedale, diventato un luogo sicuro di incontro per i boss.

A quanto pare, a Napoli ogni clan mira al controllo di un ospedale. Nella relazione firmata dall’autorevole ex questore Santi Giuffrè emerge il peggio dell’infiltrazione.

Sapete che fine ha fatto tale documento dal calibro così importante? Stando a quanto riferisce il Giornale sembrerebbe che sia “tenuto dal governo dentro un cassetto da mesi”.

Il deputato di Forza Italia, Paolo Russo, scende nel dettaglio e spiega: “Mi risulta che la relazione abbia mosso importanti rilievi che suggerirebbero la necessità del commissariamento per risolvere la criticità, ma a quanto pare il governo non lo ritiene una priorità perchè viene prima la campagna di De Luca”.

Il Viminale, che “dovrebbe sottomettere un parere al Consiglio dei minisitri” ha fatto sapere che per esprimersi “c’è tempo fino a dicembre”. Si potrebbe pensare: ‘giusto il tempo dell’attesa per le elezioni regionali’. Del resto se anche a Roma, tra Pd e 5 stelle, tutto tace, che fretta c’è?