x

x

Vai al contenuto

“Serve”, “non serve”, “è pericolosa”. Così la scienza ha perso la faccia sulla terza dose

Pubblicato il 21/08/2021 11:43 - Aggiornato il 21/08/2021 11:44

In Israele hanno già iniziato con le somministrazioni, in America si dovrebbe iniziare a breve. L’Italia, a sua volta, si è già messa in prima fila, con il virologo Fabrizio Pregliasco a chiarire: “La terza dose si farà, siamo pronti”. Il tutto proprio mentre, però, l’Organizzazione Mondiale per la Sanità continua a predicare calma, sostenendo che il rapporto tra rischi e benefici vada ancora valutato con attenzione e che, anzi, correre potrebbe essere controproducente. Un caos niente male, che ha travolto tutti, dai medici ai politici.

"Serve", "non serve", "è pericolosa". Così la scienza ha perso la faccia sulla terza dose

Se così Pregliasco non fa altro che ribadire la necessità di una nuova somministrazione, fissando anche la data (“tra ottobre e novembre”), Massimo Galli invece frena: “Mi sembra una fuga in avanti”. Stessa linea per Matteo Bassetti: “Ci andrei cauto”. Nessuno, insomma, sa più con certezza che pesci pigliare, confermando quante incertezze regnino ancora attorno a quei vaccini che il governo italiano ha però voluto imporre a tutti i costi agli italiani, ricattandoli con il Green Pass.

Un copione già visto in passato, quando per esempio si scatenò il caos più totale intorno ad Astrazeneca e all’opportunità di somministrarlo alle fasce più giovani della popolazione. Allora, però, eravamo ancora in una fase embrionale della campagna di vaccinazione, con i farmaci appena arrivati sul mercato e circondati ancora da mille interrogativi. Gli stessi attuali ancora oggi, nonostante siano passati ormai mesi e ci si aspetterebbe, dal mondo della scienza e della medicina, prese di posizione più chiare.

Fatto sta che proprio mentre il New York Times, basandosi sui dati provenienti da Israele, solleva dubbi sull’efficacia dei vaccini contro le varianti, più aggressive e capaci comunque di diffondersi tra la popolazione nonostante una massicia campagna di somministrazione, il governo italiano sembra intenzionato a continuare con la fiducia incondizionata ai farmaci. Invocando una terza dose quando ancora non si è capito nemmeno se siano efficaci le prime due.

Ti potrebbe interessare anche: “Se noi stacchiamo il fatto procreativo dalla relazione affettiva e sessuale si può ipotizzare…”