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La scuola si ribella al governo e attacca la Azzolina: “Così non si può ripartire”

Pubblicato il 19/08/2020 11:29

Il mondo della scuola sembra essere allo sbando. La riapertura è prevista per il 14 settembre (manca meno di un mese) ed è tutto in alto mare. Dei banchi non si sa nulla, e le recenti linee guida del ministero sul da farsi in caso di contagio non hanno fatto altro che aumentare la confusione e i dubbi. Per non parlare di quei poveri insegnanti o aspiranti che non hanno ancora capito cosa ne sarà della loro vita. I concorsi si faranno oppure no? Se sì, quando? Dal ministero tutto tace. E così insegnanti, studenti, famiglie, presidi e segreteria sono nel caos più totale. Milioni di vite appese all’incapacità del governo e della ministra Azzolina.

Per dare alcuni dati, messi in fila da Ilaria Venturi su Repubblica, “nel Lazio un istituto su cinque è senza spazi sufficienti. 2,5 milioni è il numero dei nuovi arredi che verranno consegnati alle scuole nelle prossime settimane dall’ufficio del commissario per l’emergenza. 1,5 milioni, più della metà dei banchi, sono di nuova tecnologia, con 5 o 6 ruote e il ripiano di lavoro mobile di grandi dimensioni. Il resto sono invece banchi tradizionali e sedute che serviranno per garantire il distanziamento tra gli alunni. Nel giro di un mese le aziende dovrebbero essere in grado di iniziare a consegnare e montare i banchi negli istituti scolastici secondo criteri e priorità che devono ancora essere stabilite dal ministero dell’istruzione”.

Ma se i banchi monoposto non arriveranno in tempo, entro il 7 settembre, in via provvisoria si ricorrerà anche alla didattica a distanza. È quanto scritto nel piano di ripartenza dell’anno scolastico del classico Giulio Cesare, storico liceo romano. “Non è l’unico – racconta ancora Ilaria Venturini – È l’ultima tentazione delle superiori, quasi una resa: senza spazi e arredi per garantire il distanziamento, più che la mascherina meglio le lezioni da casa. Molti istituti, che hanno ancora i lavori in corso per allargare le aule, terranno corsi a distanza anche per il rientro anticipato, il primo settembre, dei ragazzi che devono recuperare le insufficienze”.

Preoccupano l’andamento dei contagi, ma soprattutto i tempi sempre più ristretti per garantire le misure anti-Covid. “Nella confusione che c’è si ricorre a soluzioni creative, il problema serio però è alla primaria. Non vanno bene la lezione da casa per i bambini”, dichiara a Repubblica Antonello Giannelli dell’Anp. Ma l’emergenza spazi non è relegabile ad oggi a casi sporadici, riguarda tutta Italia, da nord a sud. Intanto Decaro a nome dell’Anci tuona contro la responsabile della scuola Azzolina: “I sindaci non hanno bisogno di essere sollecitati. Abbiamo chiesto più risorse, e il decreto è uscito in agosto, e più personale: solo ora ci hanno concesso la deroga sulle assunzioni di maestre comunali. Sono passati tre mesi”.

L’emergenza scuola sembra dunque essere sottovalutata. Decaro è chiaro: “Non riusciremo a recuperare tutti gli spazi. Il difficile è per le superiori dove alcuni dirigenti si stanno orientando per la didattica mista, in presenza e a distanza”.

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