x

x

Vai al contenuto

Schizzano gli oneri in bolletta: i permessi per inquinare ci costano e ci costeranno ancor più cari

Pubblicato il 24/05/2021 11:32

Inquinare, emettendo Co2, ha un carissimo prezzo e questo non è mai stato così alto. Inutile girarci intorno: il peso di tale aumento verrà scaricato su famiglie dal momento che i rincari per le aziende si tradurranno in rincari per i consumatori. L’Arera, (Autorità di regolazione per Energia Reti e Ambiente), ha già lanciato l’allarme per le ricadute che questo picco raggiunto avrà sulle bollette. Gli analisti prevedono un “rincaro del 10% dei costi per l’energia”.

Il fenomeno che ha fatto toccare il massimo storico interessa i permessi per la Co2, detti anche diritti a inquinare secondo il meccanismo dell’Emissione Trading System (Ets). Nella sostanza in Europa oltre 11mila imprese, per la natura della loro attività, sono obbligate ad acquistare permessi per le loro emissioni le cui quote sono distribuite Paese per Paese. Se una società migliora l’efficienza energetica, ha la possibilità di rivendere ad aziende in difficoltà una parte della sua quota di permessi. 

Da qui ha preso vita un mercato secondario: sono nate delle opzioni che consentono a chi le utilizza di proteggersi da eventuali sbalzi di prezzo dei permessi. È previsto che anche banche e fondi di investimenti (anche i più speculativi) possano scommettere sui prezzi degli Ets. Durante “lo scorso autunno però è iniziata una gara dei diritti ad inquinare, per cui le quotazioni sono raddoppiate, perfino triplicate se si considerano i minimi storici toccati nel marzo del 2020, all’inizio del lockdown”. 

Dopo la fase più critica della pandemia, assieme al ritorno dei consumi, vi è stato il ritorno degli investitori. “Ma a provocare la corsa al rialzo sono le scommesse del mercato sulle prossime mosse dell’Unione europea”, spiega La Repubblica da cui riprendiamo la notizia. Infatti, per spingere le aziende verso l’efficienza energetica e verso una economia con meno emissioni, Bruxelles ha annunciato che il numero di quote (distribuite come dicevamo prima Paese per Paese) verrà diminuito. E questo ovviamente ha provocato la corsa degli investitori, soprattutto quelli più speculativi, ad accaparrarsi le quote sul mercato.  

Insomma la gabbia europea, che null’altro sa fare se non danni, ha combinato l’ennesimo pasticcio e a pagarne sarà la povera gente mentre il mercato finanziario ci speculerà sopra alla grande.  

Qualcuno potrebbe dire che il governo ha stanziato 150 milioni per tagliare fino a luglio una parte degli oneri di sistema in bolletta, ma questi come già previsto e riferito dalla Repubblica, “arriveranno a compensare solo parte dei rincari”. E comunque parliamo di una piccolissima toppa per fronteggiare quello che è un piccolo buco rispetto alla voragine con cui gli italiani hanno a che fare abitualmente e mensilmente.

Non è una novità infatti che sui cittadini sia caricata in bolletta una quota di costi fissi talora perfino superiore al costo del consumo effettivo di energia elettrica. Proprio su questo il senatore Paragone e Italexit hanno proposto di usare parte dei soldi del Ricovery per azzerare gli oneri di sistema e così facendo tagliare i costi delle bollette di luce e gas di oltre il 50%. Ma è evidente che questo non rientri tra gli interessi dell’Europa e di questo governo di “incappucciati della finanza”.