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Maria Giovanna Maglie ritorna e asfalta Sanremo: “Ha stufato” (L’intervista)

Pubblicato il 23/02/2023 19:29 - Aggiornato il 23/02/2023 19:30

Anche chi non abbia guardato la settantatreesima edizione del Festival di Sanremo sarà stato certamente investito dalla marea di commenti, essenzialmente negativi, su tutto quello che è accaduto in una trasmissione sempre più simile a un programma di indottrinamento e rieducazione, all’insegna della propaganda Lgbt. L’agenda Gender, da qualche anno, ha messo piede sul palco dell’Ariston. Ecco perché la giornalista Maria Giovanna Maglie, intervistata dal portale dell’associazione Pro vita e famiglia, plaude all’esposto per atti osceni in luogo pubblico che la stessa onlus ha depositato presso la Procura della Repubblica di Sanremo, attraverso l’avvocato Luca Ghelfi. per denunciare i “siparietti osceni”, fra tutti quello tra Fedez e Rosa Chemical che hanno mimato un rapporto sessuale omosessuale, con relativo amplesso. “Gli italiani sono stufi di questi siparietti”, afferma Maria Giovanna Maglie. Il decadimento dei valori, potremmo dire, si rispecchia, peraltro, anche nel generale decadimento della qualità della musica italiana. E dunque, a Sanremo, “Non hanno autori buoni, non hanno musica buona. L’unica musica decente che si è sentita in questo festival è stata scritta e cantata da gente che l’ha incisa più di cinquant’anni fa: vedi Ranieri, Albano, Gianni Morandi”. E ancora: “Io credo che l’italiano medio che ha guardato Sanremo, abbia parlato dei vestiti che erano brutti, delle canzoni che non c’erano, del cachet di Amadeus. Ho l’impressione che Fedez sia per un gruppo, quelli che sono in battaglia per il transgenderismo“. (Continua a leggere dopo la foto)
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sanremo maglie bene esposto pro vita

Personaggi come Fedez e Chiara Ferragni, invece, “fanno la caricatura di loro stessi”. Tornando al cattivo gusto e alla propaganda Lgbt, oramai sdoganata dal pensiero unico. Pro Vita e Famiglia ha anche lanciato una petizione, che ha raggiunto quasi cinquantamila firme, con cui chiede al governo che non venga più usato il canone Rai per promuovere l’ideologia Gender. Il festival di Sanremo, con questa formula, non durerà ancora a lungo, ne è convinta la giornalista, “perché è una formula che ormai ha attinto il fondo del bicchiere. Quindi quest’anno abbiamo assistito ad uno spettacolo finale”. L’articolo, dunque, stigmatizza l’esplicita propaganda pro Gender dichiarata dal conduttore, Amadeus, in conferenza stampa già prima dei siparietti osceni di cui sopra. (Continua a leggere dopo la foto)

Già lo scorso anno, dinanzi a uno spettacolo affatto dissimile, aveva parlato di “Sanremo politically correct, tra antirazzismo di maniera e travestiti”.

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