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Assolto dopo 17 multe e 10 verbali. La storica sentenza del tribunale di Trento: “Applicata la Costituzione”

Pubblicato il 23/02/2023 18:30

Non sono bastati diciassette verbali e dieci multe a piegare la resistenza civile di Arturo Bruno Fajardo e del padre Juan, titolari di un ristorante di Trento. Oggi, la giustizia dà loro ragione. Come i più attenti ricorderanno, i due hanno tenuto aperto, lungo tutto il marzo 2021, il ristorante Mesa Verde, nonostante le restrizioni governative. Il giudice Marco Tamburrino ha assolto con formula piena i due ristoratori, cancellando i quasi 7mila euro di sanzione che erano stati richiesti in capo ai due Fajardo. La motivazione tecnico-giuridica è che inizialmente la protesta comportava una responsabilità penale, che è stata poi depenalizzata con un decreto successivo. “Per questo motivo, il pubblico ministero non avrebbe nemmeno dovuto incriminarli”, ha dichiarato l’avvocato Lorenzo Nannelli, legale di fiducia del movimento nazionale Io Apro, di cui Bruno Fajardo era stato uno dei primi e principali esponenti. “Sono contento di questa assoluzione. Ho sempre osservato la nostra Costituzione in tutto quello che ho fatto”. Queste le parole di Bruno Fajardo, raccolte da il Dolomiti. L’udienza per sua sorella, Janina (la cui posizione è più delicata, giacché aveva materialmente strappato i sigilli dalla porta del ristorante) è stata, invece, rinviata al prossimo mese di maggio. Frattanto, negli scorsi mesi, in piena battaglia giudiziaria, il locale Mesa Verde è stato chiuso. (Continua a leggere dopo la foto)
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Ma Bruno Fajardo non si è fermato: “Abbiamo aperto un nuovo ristorante a Gardalo. Siamo partiti con una nuova avventura” ha riferito il tenace ristoratore. Questa sentenza si inserisce in una confortante scia originatasi sin dallo scorso ottobre, quando il Tribunale di Frosinone aveva stabilito che “L’istituzione del Dpcm durante la pandemia di Covid è da ritenersi illegittima”, assolvendo un giovane frusinate, che venne fermato dalla polizia stradale mentre si trovava alla guida della sua auto. (Continua a leggere dopo la foto)

Ancor più recentemente il giudice di Milano Sofia Fioretta aveva etichettato indirettamente come illegittimi i Dpcm varati dal governo Conte prima e da quello Draghi dopo, nella sentenza assolutoria di un giovane che viaggiava sul treno MilanoBari senza la certificazione verde.

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