Di soluzioni alla crisi questo governo non ne ha trovata nemmeno una, ma di libri ne hanno scritti in quantità. Ultimo in ordine di arrivo (o meglio, di non-arrivo) è quello di Rocco Casalino. Eccoci quindi di fronte a un caso Speranza-bis. Già, perché anche per Casalino la pubblicazione pare ormai saltata, come accadde al ministro della Sanità. La ripresa della pandemia in autunno comportò il ritiro della librerie del libro di Speranza, edito da Feltrinelli; la crisi di governo ha lo stesso effetto, o comunque ha comportato uno stop all’uscita, per quello di Rocco Casalino, “Il portavoce”, edito da Piemme. Una autobiografia. (Continua a leggere dopo la foto)
Come riporta Repubblica, “su Ibs e Mondadori Store la copertina non c’è, ma il titolo sì, in uscita dal 23 febbraio prossimo. Prezzo 17 euro. Sul sito di Piemme invece la descrizione del libro è stata rimossa. ‘La pagina potrebbe non esistere più oppure l’indirizzo non è corretto’. Una descrizione parziale del libro inviata con la newsletter della casa editrice del gruppo Mondadori anticipa il contenuto”. Tenetevi forte. (Continua a leggere dopo la foto)
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“Rocco studia duramente, è il più bravo della classe, la matematica gli piace e gli riesce facile. Così, tornato in Italia, si iscrive alla facoltà di ingegneria”. E poi, “tante vite vissute, tante lezioni imparate, tanta fame di farcela a tutti i costi: per diventare il portavoce di Giuseppe Conte e uno degli uomini più decisivi di questi anni. E se sono orgoglioso di dove sono arrivato non è tanto per il ruolo che ricopro ma perché non dimentico mai da dove sono partito”. (Continua a leggere dopo la foto)
Il resto, forse prima o poi, sarà disponibile per tutti. Specialmente se la crisi di governo verrà risolta e se Casalino resterà al suo posto, visto che la sua testa è in cima alla lista di quelle da far saltare secondo il volere del burattinaio di questa crisi, ossia Matteo Renzi. Con Casalino, nella lista nera anche Azzolina, Bonafede e Arcuri. Che a leggere questi nomi, con estrema fatica, quasi si deve dar ragione a Renzi. Anche se, va detto, alla lista andrebbe aggiunto per primo proprio il suo nome.
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