Siamo ormai abituati all’idea di un mondo in cui condividere è diventato più importante del vivere, dove ogni istante della nostra vita dev’essere continuamente pubblicato in rete per finire in bella mostra, sotto gli occhi di tutti. Una costante esposizione mediatica del nostro privato che finisce per generare, spesso e volentieri, veri e propri mostri. Per capire il livello che abbiamo ormai raggiunto, è sufficiente leggere la storia pubblicata dalla testata Roma Today, ambientata in una scuola di ginnastica artistica di Centocelle, V municipio della capitale. Una ragazza di nome Elisabetta aveva deciso di iscriversi, con i genitori che, entusiasti all’idea, l’avevano accompagnato a visitare la struttura pagando anche i 90 euro dell’iscrizione. Poi, però, è apparso dal nulla l’imprevisto. (Continua a leggere dopo la foto)
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Con il versamento della quota, sarebbe stato infatti chiesto ai genitori di firmare un’autorizzazione per la condivisione di foto e video sulla pagina Instagram della scuola. “Come genitori, abbiamo valutato e ritenuto di non concedere questo tipo di autorizzazione – ha spiegato la madre di Elisabetta a RomaToday – poiché non siamo d’accordo con la condivisione di foto e video di nostra figlia sui social network che sfuggano al nostro diretto controllo”. (Continua a leggere dopo la foto)
A preoccupare i genitori, anche il fatto che questo tipo di attività è affrontato dalle giovani atlete con indumenti quali body e pantaloncini, che potrebbero finire al centro di “contenuti sensibili e potenzialmente appetibili per la rete”. Meglio, insomma, proteggere la ragazza da sorprese indesiderate sui social. A quel punto, però, la scuola avrebbe detto no, secondo la famiglia: “Elisabetta non potrà frequentare la struttura”. (Continua a leggere dopo la foto)
I genitori hanno cercato di chiarire la situazione, sottolineando come Elisabetta fosse stata informata della decisione di non farla apparire in rete. Ma il veto sarebbe rimasto, anzi “è diventato ancora più forte e siamo stati messi di fronte ai reali motivi che vi sono dietro la loro decisione, ovvero l’impossibilità di condividere video e foto relative alle attività che vengono svolte nella scuola sulla loro pagina Instagram” quindi per scopi promozionali.
In sintesi, per gli insegnanti e chi cura i social sarebbe stato ‘di difficile gestione‘ l’esclusione di nostra figlia poiché sarebbe potuta finire involontariamente in tali contenuti”. I genitori, quindi, sarebbero stati “calorosamente invitati a non portare più la bambina a lezione, assicurandoci in ogni caso il rimborso della quota di iscrizione e del mese di frequentazione del corso”. I soldi dell’iscrizione sono stati restituiti, ma il caso ha scatenato non poche polemiche.