
A quanto pare anche la presidente della Bce Christine Lagarde ama viaggiare a spese degli europei. Predica bene ma razzola male, anche in questo. Se da una parte si spande in lungo e in largo nella sua campagna a favore della transizione energetica e del Green, dall’altra non disdegna di volare a più non posso con l’aereo europeo. Almeno questa è la denuncia del sindacato dei dipendenti della Banca centrale europea. Perché Christine Lagarde viaggia, e spesso, in aereo, ma questi viaggi, sempre secondo il sindacato, esulano dalle sue funzioni. Non sono, per dirla con le loro parole riprese da Libero, “direttamente riconducibili alla politica monetaria”. A darne conto è stato Bernardo Tomea, un rappresentante di Ipso, il sindacato dei lavoratori della Bce. Che poi rivela anche altri dettagli succulenti. (Continua a leggere dopo la foto)
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Ospite della trasmissione “Omnibus” su La7, nella puntata del 18 febbraio, Tomea ha illustrato il risultato di un sondaggio interno dal quale emergono forti critiche alla gestione di Lagarde. “Nel sondaggio molti colleghi dicono che sembrerebbe che i mezzi di comunicazione non siano utilizzati per fini di politica monetaria o di vigilanza bancaria. In particolare ci sono alcuni commenti relativi alle affermazioni o prese di posizione in ambito politico o su conflitti armati o affermazioni riguardo capi di Stato, che sono stati particolarmente criticati all’interno della Bce dai colleghi”. Insomma, si occupa di cose che non riguardano la sua funzione con mezzi e denari della Bce. Non solo. (Continua a leggere dopo il video)
Per quanto riguarda il clima, ha aggiunto Tomea, “vengono fatti dei grandi proclami roboanti ma non sembrano seguiti in realtà da un comportamento coerente. Alcuni colleghi sollevavano il problema dei viaggi, il fatto che alcuni membri del board, la Presidente stessa, viaggino apparentemente in maniera piuttosto disinvolta per fini che non sono immediatamente riconducibili alla politica monetaria“. Un’accusa pesantissima. E poi: “In termini di moderazione di spese, di cost cutting, noi viviamo una costante pressione a ridurre i costi, i viaggi, ma poi esistono delle decisioni che è difficile riconciliare con queste politiche, quindi la cosiddetta Casa dell’Euro a Bruxelles che è stata da poco inaugurata oppure certe decisioni relative allo spostamento dei palazzi a Francoforte”.
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