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Puoi comprare gli assorbenti solo se dimostri di avere il ciclo. Il lockdown dell’assurdo

Pubblicato il 02/04/2021 18:40 - Aggiornato il 04/04/2021 09:12

Potrebbe sembrare uno scherzo di aprile, considerando che quando è uscita la notizia era il primo del mese. Purtroppo non è così. “Zona rossa, assorbenti vietati dopo le 18: Per acquistarli dimostri di avere il ciclo”, si legge su un post pubblicato da Mario Conca, coordinatore ItalExit, che riporta la notizia del Quotidiano della Puglia.

Diventato virale, l’episodio di questa giovane 22enne, uscita dall’abitazione per andare ad acquistare al supermercato del suo paese nel Salento un pacco di assorbenti, lascia letteralmente senza parole. Arrivata davanti allo scaffale dei prodotti che le servivano, c’erano due nastri che ne impedivano l’acquisto, ma la giovane ha comunque preso due pacchi e si è diretta verso la cassa dove si è sentita rispondere dalla commessa: “Non sono beni di prima necessità deve lasciarli. La nuova normativa parla chiaro, questi prodotti dopo le 18 non si possono acquistare, a meno che non dimostri con una autocertificazione ai carabinieri che hai il ciclo”.

La vicenda è raccapricciante non solo per l’evidente assurdità della scelerata attuazione dell’ordinanza e della ordinanza di per sé, emanata dal presidente Michele Emiliano che dice chiaramente che dal 27 marzo e fino al 6 aprile 2021, tutte le attività commerciali ammesse dal Dpcm del 2 marzo 2021, in zona rossa, chiudono alle ore 18, tranne alcune attività. La vicenda è raccapricciante anche perchè mette in evidenza il paradosso, “in farmacia gli assorbenti li avrei potuti comprare, seppur con un raddoppio del costo” e perchè schiaffa in faccia alla politica italiana un’ingiustizia presente ancora in Italia.

Il problema dell’episodio che sta destando così tanto scalpore, infatti, ha in realtà radici ben profonde e da sempre note. Lo spiega molto bene la protagonista Alessia Ria che con un post su Facebook commenta e conclude: “Sono andata a comprare due pacchi di assorbenti ma mi è stato vietato perché non sono considerati beni di prima necessità, ma beni di lusso. Non solo sono considerati beni di lusso, non solo paghiamo il 22% di Iva, ma adesso devo anche privarmi di un qualcosa di cui io e miliardi di donne abbiamo. Che facciamo, per questa zona rossa non ci facciamo venire le mestruazioni?.”