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Povertà, disoccupazione e disuguaglianze: così la rabbia ora rischia di esplodere

Pubblicato il 26/05/2020 13:06 - Aggiornato il 26/05/2020 13:07

Un futuro difficile, segnato innanzitutto dal permanere di un’emergenza sanitaria ancora non del tutto alle spalle. Ma soprattutto da forti tensioni di natura sociale ed economica che rischiano di segnare fortemente un Paese alla disperata ricerca di un ritorno alla normalità. L’allarme è stato lanciato in questi giorni da tanti esperti, preoccupati per quello che sta accadendo all’Italia di questa Fase 2 stentata. In ultimo, ecco arrivare l’appello del sociologo Marzio Barbagli attraverso le pagine de La Stampa, che ha ammesso: “Temo possano esserci crescenti frustrazioni e conflitti. Finora non ne abbiamo visto, ma temo rivolte disperate”.

Povertà, disoccupazione e disuguaglianze: così la rabbia ora rischia di esplodere

Sociologo e professore emerito all’Università di Bologna, Barbagli ha parlato di una serie di potenziali mine pronte a innescarsi nei prossimi mesi, quelli in cui i cittadini si aspettano da un governo un aiuto che tarda a materializzarsi e lo fa in maniera spesso iniqua. “Il problema è il confronto che la gente fa tra i gruppi su soldi dati e vantaggi. Si chiede: perché a lui sì e a me no? L’insoddisfazione nasce da questo, oltre che da condizioni oggettive. Una gran quantità di denaro è stata investita per sostenere gli strati svantaggiati della popolazione, ma c’è sempre il rischio di commettere errori nella distribuzione”.

Povertà, disoccupazione e disuguaglianze: così la rabbia ora rischia di esplodere

A oggi i segnali di rabbia collettiva sono fortunatamente ancora pochi. Ma il futuro potrebbe farsi di colpo molto complicato: “Le prime manifestazioni fanno pensare a un’insoddisfazione crescente – ha spiegato Barbagli – l’emergenza ha introdotto forme nuove di disuguaglianza: non rispetto al grado e alla distribuzione di reddito e ricchezza, ma anche all’interno della stessa popolazione occupata. Servizi e terziario sono stati particolarmente svantaggiati. Pensiamo al turismo, ai ristoratori. Quando si accorgeranno che le soluzioni sono insoddisfacenti e faranno il confronto con altri settori che sono stati meno svantaggiati senza avere meriti, cosa succederà? Questo dramma può provocare nuove proteste e frammentazione”.

Povertà, disoccupazione e disuguaglianze: così la rabbia ora rischia di esplodere

In tutto questo, alcune scelte del governo rischiano di contribuire all’aumentare della tensione, con soluzioni che in realtà non si sono rivelate tali: “Le banche avrebbero potuto essere bypassate, ma è più facile a dirsi che a farsi. Diverso il discorso per la disoccupazione: è noto che servono mesi prima che la cassa integrazione sia erogata, abbiamo scoperto cose che si sapevano già. Le liti tra partiti? Penso che i cittadini le vivano con fastidio. Dovrebbero considerare che nel dramma che abbiamo vissuto il dibattito politico è diventato sempre più irrilevante”.

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