Le tasse pesano sempre di più sul Prodotto interno lordo italiano. Questo il risultato dell’ultima analisi dell’Ocse, con i dati che hanno sottolineato come, nel corso del 2022, l’incidenza della tassazione sul Pil “è passata al 42,9%, in aumento di 0,5% rispetto al 2021”. Un trend in netto contrasto rispetto a quello degli altri Paesi esaminati nell’analisi. L’Italia, comunque, si conferma “al quinto posto tra i 22 Paesi Ue censiti”. Complessivamente, nell’anno precedente le entrate fiscali complessive sono diminuite in percentuale del Pil in 21 Paesi su 36 di quelli esaminati, sono aumentate in 14 Stati e rimaste invariate in Germania. (Continua a leggere dopo la foto)
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Il rapporto tasse/Pil dell’Ocse è riferito al 2022, ultimo dato disponibile, ed è stato in media del 34%, con estremi bassi in Messico (16,9%) e per l’Europa in Irlanda (20,9%). Per quanto riguarda gli Stati Uniti, l’indice tassazione/Pil è salito al 26,7%, restando però lontanissimo dagli standard del Vecchio Continente. (Continua a leggere dopo la foto)

In Italia, le imposte sul reddito delle persone fisiche generano un reddito pari al 25,9% del Pil, quelle sul reddito delle società un gettito pari al 4,4% del Pil, i contributi previdenziali sono pari al 31,2% del Pil, il gettito delle tasse sulla proprietà è pari al 5,8% del Pil e quello dell’Iva è pari al 15,7% del Pil. (Continua a leggere dopo la foto)

Il calo del rapporto medio tasse/Pil fa seguito a due anni di aumenti durante la pandemia di Covid. Lo studio ha rivelato anche come, negli ultimi 40 anni, le entrate fiscali siano aumentate tendenzialmente allo stesso ritmo del Pil.
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