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PA, in Europa prima per debiti verso le aziende. Governo, mancano 389 decreti attuativi

Pubblicato il 14/08/2020 13:56 - Aggiornato il 14/08/2020 14:23

Una macchina farraginosa, lenta, pesante, dagli ingranaggi arrugginiti. Che ha dato prova di essere tale anche quando tempestività e prontezza nel pieno dell’emergenza sanitaria ed economica, erano fortemente indispensabili.

La pubblica amministrazione rappresenta un enorme ostocolo che grava sui conti delle imprese con un importo pari a 57,2 miliardi (32,6 per le piccole e medie e 24,5  perle grandi imprese). Secondo l’aggiornamento mensile presentato stamattina dalla Banca d’Italia, che riprendiamo dal sito finanziaonline.com, a fine giugno il debito delle amministrazioni pubbliche si è attestato a 2.530,6 miliardi di euro rispetto ai 2.507,6 miliardi di maggio. L’Italia anche in qeusto senso riesce a non smentirsi mai, risulta prima in Europa per debiti verso i fornitori. Debito che il 31 dicembre 2018 risultava valere ben il 3% del Pil. 

Non solo peso, ma anche lentezza. Tante le misure dapprima celebrate per autocelebrarsi e poi messe in “stand by” dal Governo. Mancano i decreti attuativi, ovvero i provvedimenti con i quali, come spiega il Quotidiano del Sud, dovrebbero essere definiti gli aspetti pratici, burocratici e tecnici necessari per poterli applicare rendendo operative le norme.

Considerando i decreti più importanti, varati proprio dall’esecutivo per fronteggire l’emergenza e sostenere la ripresa, dai dati dell’Ufficio per il programma di governo, emerge che sui 199, sono ancora 143 quelli da scrivere. Del decreto rilancio su 137 ne sono stati adottati solo 37, Del decreto liquidità su 8 nemmeno uno ne risulta adottato, del decreto Cura Italia su 34, 19 e del decreto semplificazione su 20 nemmeno 1. Inoltre, dal monitoraggio degli uffici della presidenza, risulta che “tra tutti i decreti del governo Conte II i decreti necessari attuativi sono 502, di cui 113 adottati e 389 non adottati”.