Non serve alcun tipo di prova, i proprietari delle case occupate abusivamente vanno sempre risarciti. Sempre: lo ha sancito la Corte di Cassazione. Quello delle occupazioni abusive degli immobili è, da lungo tempo, un fenomeno sottovalutato e sottaciuto, ma potrebbe cambiare tutto a seguito della sentenza della Cassazione, chiamata a valutare una decisione della Corte d’appello civile di Trieste: un precedente che traccerà un solco, presumibilmente, ed è destinata a fare giurisprudenza. Dapprima i giudici del capoluogo friulano avevano negato il risarcimento alla società proprietaria di un immobile occupato, per via della “carenza probatoria”, ma la suprema Corte ha cassato la sentenza, dunque disponendo un nuovo appello, al fine di calcolare e liquidare il risarcimento alla parte lesa. I proprietari delle case occupate abusivamente, dicevamo, vanno sempre risarciti, secondo l’impianto della storica sentenza: “Anche senza produrre prove in merito all’eventuale danno economico subito dall’occupazione”, come è scritto. (Continua a leggere dopo la foto)
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Proprietari da risarcire, “sempre”
In tale evenienza, dunque, il risarcimento andrà calcolato sulla base dei canoni medi di locazione del mercato immobiliare nella zona in cui si trova l’immobile. Per i giudici della Cassazione, i colleghi di Trieste avrebbero frainteso ed applicato in modo scorretto una precedente sentenza della Cassazione, riconoscendo l’illegittimità del risarcimento per la “mancanza di interesse“, da parte di proprietari dell’immobile in questione, di affittarlo o venderlo. Una svolta che si inserisce lungo la scia del decreto, approvato pochi giorni fa dal Governo Meloni, sulle occupazioni abusive. La richiesta di risarcimento era stata presentata da una società immobiliare che si era vista occupare uno dei suoi immobili, ma che secondo i giudici di Trieste non era compatibile con un risarcimento per via di un “intenzionale disinteresse” da parte della stessa società di affittare, vendere o utilizzare l’immobile in questione. Secondo la Cassazione, però, per le case occupate ad essere leso è “l’esercizio del diritto di godimento, diretto e indiretto”, indipendentemente dall’interesse manifestato di cedere o affittare l’immobile. (Continua a leggere dopo la foto)
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“Non servono prove dei danni subiti”
La Corte d’appello civile di Trieste, come riporta il Giornale e come abbiamo anticipato, aveva affermato una “carenza probatoria in merito all’interesse dei proprietari rispetto alla sussistenza di un diverso utilizzo fruttifero dei medesimi, incorrendo in un manifesto errore di interpretazione della giurisprudenza più recente in materia, con conseguente contraddizione”. Tutto sbagliato: ora della vicenda si dovrà nuovamente occupare la Corte d’appello di Trieste (in diversa composizione), per riesaminare la controversia alla luce dei principi enunciati dal pronunciamento della Cassazione..
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