Continuiamo a pubblicare le e-mail che riceviamo da persone che testimoniano le loro difficoltà economiche.
Della seguente testimonianza manteniamo l’anonimato del mittente. Qualora qualcuno avesse bisogno, abbiamo le referenze. Ci scrive F: “Spett. Le Onorevole, spero che almeno lei senta le mie parole di disperazione, intanto mi scuso per eventuali errori grammaticali, ma quello che volevo comunicare è che sono in cassa integrazione per Covid dal 24 ottobre, e fino ad ora non ho ricevuto niente di CIG, ora io ho 4 familiari a carico moglie e tre figli di cui 2 minori di 3 e 16 anni, ho bollette da pagare, rate arretrate ecc… E in tutto questo non dico IO, ma i miei cari dovrebbero mangiare, e siccome aspetto la CIG, non posso fare né richiesta di Rdc né di Rem. Ma scusate, perché continuo a lavorare quando ad ora avrei potuto approfittare di queste opportunità? Avreste dovuto pensare prima a chi avete bloccato il lavoro per Covid.. Comunque non so’ più cosa fare, spero che lei possa intervenire per velocizzare il tutto.. Forse domani avrò le ultime 20euro… poi se avrò il coraggio andrò ad elemosinare perché per rubare non ho il coraggio. GRAZIE”.

Ci scrive Elvira: “Carissimo Gianluigi. Sono una donna che con tanto lavoro, sacrifici, rinunce ma soprattutto amore, ha messo sù (ormai da qualche anno) una Boutique di abbigliamento donna a Manfredonia (FG). Le scrivo innanzitutto per farle notare che noi (commercianti) non siamo stati mai menzionati e ne tutelati da questo pseudo Governo… Eppure ci atteniamo a tutto quello che ci dicono di fare con i vari DCPM, siamo stati completamente abbandonati non essendo noi (commercianti) una categoria essenziale, potevamo rimanere benissimo a casa, rispettando ancora di più le regole, invece no! fuori di casa noi, dentro di casa tutti gli altri. La zona arancione per un negozio come il mio e credo come per tanti altri, dove la maggior parte della clientela proviene da fuori città, altro non è che un’eutanasia. Io compro le collezioni un anno prima, ma questo governo riconosce ristori solo a pochi, non ho niente contro nessuno, ma mi sembra tutto un po’ spropositato e senza senso. Le chiedo di prendere a cuore le nostre problematiche. Spero che con la sua caparbietà e sincerità possa aiutarci”.

Ci scrive Aletta Stands: “Egr. Senatore buongiorno, Vi scriviamo per esternare tutta la nostra rabbia. Abbiamo ricevuto tra Maggio e Giugno una somma a fondo perduto. Purtroppo del ristoro che il Governo diceva che arrivava entro il 15/11/2020, non abbiamo ancora ricevuto nulla. Il nostro codice Ateco è il 773994. Noi come tutti gli altri nostri colleghi sparsi per l’Italia, con la nostra attività che si occupa di fiere, congressi, mostre, defileè, addobbi, siamo completamenti fermi dal 28/02/2020. Non riusciamo a prendere neanche i 30.000 mila € a garanzia dello Stato, in quanto la banca dice che quest’anno abbiamo calato il nostro fatturato e quindi non possiamo accedere al fondo. Cosa strana visto che trattasi comunque di un fondo che il Governo garantisce al 100%. Vi chiediamo pertanto di poterVi interessare, quanto meno a farci prendere il ristoro che doveva appunto arrivare il 15/11/2020. La ringraziamo anticipatamente e nel contempo le auguriamo una buona giornata”.
Fausto Conti segnala: “Sono un agente di commercio capovendita della folletto. Né io, né migliaia di miei colleghi in azienda hanno preso un centesimo….”
Marco: “Noi non abbiamo ancora ricevuto il ristoro. Siamo una piccola attività commerciale non alimentare. Fajmar s.a.s.”
Manuel Spano, del Centro musica Olbia, segnala: “Salve, scrivo a lei perché mi sembra l’unico pensante del governo. Zero ristoro. Mi occupo di eventi. 20 dipendenti a casa.
Ho ricevuto il nullaosta dalla Banca del Medio Credito Centrale, ma Banca Intesa non eroga finanziamenti. L’ultimo evento di cui ci siamo occupati è stato il carnevale 2020. Dove devo portare gli impianti audio e luci Ledwall, all’Agenzia delle Entrate o al banco dei pegni?”