Nel silenzio di tutti o quasi, la Francia continua a mangiarsi fette importanti delle nostre banche, da tempo nel mirino dei golosi cugini d’oltralpe. Il Crédit Agricole, già socio del Credito Valtellinese al 9,8%, ha confezionato un’offerta da 10,5 euro per ogni singola azione a conferma del proprio interesse per l’istituto, del quale punta a ottenere il controllo totale. Complessivamente, l’offerta avanzata per il Greval ammonta a 737 milioni.
La banca, alla cui guida siede Luigi Lovaglio, ha d’altronde già tra i soci Denis Dumont, importante industriale francese. Con i 737 milioni offerti, Crédit Agricole punta a detenere il 100% del Credito Valtellinese: il corrispettivo rappresenta un premio del 21,4% per gli azionisti del Creval rispetto al prezzo delle azioni al novembre 2020, una somma che sale al 53,9% rispetto al prezzo medio per azione rilevato nel corso degli ultimi 6 mesi.
Ad accompagnare l’offerta dell’istituto transalpino, un comunicato in cui Crédit Agricole evidenzia come “la combinazione delle due realtà consoliderà la posizione del gruppo come banca commerciale al sesto posto in Italia, impegnata a servire i suoi 3 milioni di clienti facendo leva su una cultura condivisa di continuo supporto alle comunità locali”. L’annuncio dell’offerta ha portato a un immediato aumento delle azioni Creval, che hanno guadagnato addirittura il 22,25% nel giro di poche ore.
Un’operazione non isolata visto che, come ricordato dal Corriere della Sera, l’Agricole in Italia ha acquisito negli ultimi anni il risparmio gestito di Unicredit marcato Pioneer, le Casse di Risparmio di Cesena, Rimin e San Miniato e, andando ancora più indietro, CariSpezia, Friuladria e Cariparma. Oggi l’istituto serve 4,5 milioni di clienti attraverso più di 1.000 punti vendita e mira a espandersi ancora sul nostro territorio. Senza che, d’altronde, nessuno dalle parti del governo spenda soltanto una parola in merito.
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