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“Venti di guerra alle porte dell’Italia”. Allarme al largo di Otranto: “Minacciato il tap”. La situazione

Pubblicato il 22/12/2022 19:03 - Aggiornato il 22/12/2022 19:16

È rimasta, per circa due ore, la nave spia russa “Akademik Pashin”, proprio nel punto più delicato del canale di Otranto: laddove si trovano le tubature della Tap, la Trans Adriatic Pipeline, l’infrastruttura che permette i rifornimenti di metano dalle fonti alternative a quelle russe, strategica e fondamentale data l’interruzione delle forniture russe. Apprendiamo da la Repubblica che già da ieri la nave opera dinanzi le coste pugliesi: prima si è fermata sul cavo sottomarino OteGlobe, ovvero la connessione in fibra ottica che va da Bari alle coste Greche. Il panico si è maggiormente diffuso, naturalmente, quando la nave si è diretta verso i tubi sommersi del gasdotto. A tutti sarà venuto in mente il precedente della esplosione del gasdotto sottomarino Nord Stream. Come interpretare questa mossa? Forse, come già l’esplosione di un gasdotto in Siberia, potrebbe essere interpretata come una ritorsione russa all’indomani della decisione sul Price cap. Una mossa che il portavoce di Putin aveva definito “inaccettabile”, promettendo che “non resterà impunita”. Forse potremmo parlare di guerra psicologica. La nave, lunga 130 metri, sta navigando nel Mediterraneo dal 24 agosto. Si tratta di un rifornitore di squadra che affianca le spedizioni a lungo raggio della flotta di Mosca e che viene di norma usata anche per spiare le attività Nato. Itamilradar, portale che monitora le attività nel teatro mediterraneo è stato il primo a rivelare questo preoccupante scenario da battaglia navale in quel tratto dell’Adriatico. (Continua a leggere dopo la foto)

Dunque, il quotidiano romano scrive apertamente di “missione provocatoria”. Effettivamente potrebbe trattarsi proprio di questo e se l’obiettivo era diffondere inquietudine nel nostro Paese e, ancor più, in tutti i Paesi componenti l’Alleanza atlantica, esso è stato raggiunto: già due giorni fa elicotteri della Marina statunitense si sono alzati in ricognizione per sorvegliare l’area, poiché la “Akademik Pashin” si trovava non lontano dall’incrociatore americano “Leyte Gulf”, che scorta la portaerei “George WH Bush”, l’ammiraglia della flotta militare a stelle e strisce. Peraltro, l’area era piuttosto trafficata. Vi si stava svolgendo un’esercitazione della Nato a cui partecipava anche il caccia italiano “Andrea Doria”. Dunque, ancora su la Repubblica, Gianluca Di Feo dà conto dei voli di sorveglianza elicotteri della Us Navy, assieme a bimotore P72 della Aeronautica militare italiana. (Continua a leggere dopo la foto)

Se presenze di navi russe lungo le nostre coste non sono una novità da quando è scoppiato il conflitto in Ucraina, quel che allarma maggiormente è proprio il particolare posizionamento sopra le tubature del Tap. Ci sbaglieremo, ma assomiglia a una provocazione, a una minaccia di ritorsioni. C’è da augurarsi che non diventi qualcos’altro.

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