Il M5S blinda Conte per blindare se stesso. Il poltronismo che ha caratterizzato i grillini da quando hanno messo piede dentro alle Istituzioni sta vivendo un’evoluzione incredibile. Senza più scrupoli o remore, direttamente alla luce del sole, ora pensano solo a come conservare il potere e lo stipendio. E così, nella giornata in cui la crisi di governo sembra davvero a un passo, il M5S sceglie di blindare il premier, attraverso le parole strategiche di Luigi Di Maio: “Il problema non è Conte, anzi Conte va rispettato e sostenuto”. Come spiega Domenico Di Sanzo su Il Giornale, “la stabilità a Palazzo Chigi diventa un percorso obbligato per i grillini. Perché dopo la difesa d’ufficio c’è la grande paura. Un timore che è tornato a crescere da un mese a questa parte”.

Di cosa di tratta? “Da quando si è intensificato il pressing di Renzi sull’esecutivo giallorosso, nel Palazzo è ripartita a circolare una voce che sembrava sopita. Coperta dall’emergenza Covid. E se Conte si mettesse in proprio? Al momento è difficile rispondere alla domanda. Quel che è certo è che l’ipotesi della ‘lista Conte’ è di nuovo una delle preoccupazioni più importanti dello stato maggiore del M5S. Con una tensione che cresce sempre di più ogni qual volta si fa più concreto lo spettro delle urne anticipate”.

“Luigi non può accettare un altro premier, altrimenti dovrebbe vedersela con i contiani”, sentenza un esponente pentastellato di Montecitorio ripreso da Il Giornale. “Chiunque voglia scoprire i nomi dei fedelissimi del premier veda alla voce Federico D’Incà, ministro ai Rapporti con il Parlamento, ultimamente al centro delle critiche di molti parlamentari vicini al titolare della Farnesina per la sua gestione del raccordo tra i gruppi di maggioranza e il governo. Si veda anche alla voce Stefano Patuanelli, ministro dello Sviluppo economico. E si sottolinei il nome di parlamentari come il palermitano Giorgio Trizzino e il vicecapogruppo alla Camera Riccardo Ricciardi”.

Quello dei contiani è un dossier che incrocia pericolosamente alcune delle questioni più delicate interne al M5S. Compreso il tetto ai due mandati, il problema dei problemi. “Una lista Conte in vista di elezioni o gruppi in Parlamento vicini al premier – scrive ancora Di Sanzo – potrebbero essere attrattivi per tanti stellati. E tra le cause di una possibile diaspora ci sarebbe sicuramente il limite dei due mandati. Una regola contestata a bassa voce soprattutto dagli eletti riconducibili a Conte. Infatti, sotto traccia, negli scorsi giorni si è raggiunta una mediazione nel Movimento su una deroga in caso di ritorno improvviso al voto, in anticipo sulla fine naturale della legislatura”.

Dunque, in uno scenario di elezioni anticipate ci sarebbe il via libera alla ricandidatura di chi, secondo la regola, non potrebbe correre per un terzo giro di giostra. Tutti d’accordo. Anche Beppe Grillo. Eppure agli ultimi Stati generali era arrivata una conferma ufficiale sul mantenimento del principio… Ma si sa, il M5S ormai cambia in fretta, dalla Lega al Pd, dal No-Tav al Sì-Tav, dai gilet gialli alla corte a Macron, dal No-Tap al Sì-Tap, dal No-Euro alle leggi pro-Europa. Non sarà una sorpresa, quindi, vedere abolito anche il doppio mandato.
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