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L’assurda storia dei carri armati italiani “illegali”: Draghi e Di Maio non riescono nemmeno ad aiutare l’Ucraina

Pubblicato il 29/06/2022 14:47

Non ci sono soltanto le polemiche sulle sanzioni adottate dai Paesi occidentali nei confronti della Russia di Vladimir Putin, per le quali l’Italia sarà chiamata a pagare un prezzo altissimo sul fronte economico senza che nessun altro Stato membro dell’Ue si sia fatto avanti per offrire la propria solidarietà. In queste ore è emerso un altro tema, talmente grottesco che, non si trattasse di questioni maledettamente serie, verrebbe quasi da ridere: il governo Draghi non è stato neanche in grado di fornire aiuti davvero efficaci all’Ucraina.

Se pensate che si tratti di uno scherzo sappiate che, purtroppo, non è affatto così. Come rivelato da Il Tempo, infatti, tre carri armati Pzh 2000 provenienti dalla base militare di Persano (SA) e diretti in Ucraina sono stati fermati dalla Polizia Stradale di Napoli sull’autostrada Salerno-Caserta all’altezza del casello di Mercato San Severino. Il motivo? I mezzi, udite udite, non rispettavano i parametri previsti dalla legge.

Nella notte tra domenica 26 e lunedì 27 giugno, “la Polstrada ha bloccato i blindati perché i trattori e i semirimorchi delle ditte incaricate del trasporto straordinario non erano a norma: la revisione periodica era scaduta, mancava la carta di circolazione e uno dei conducenti non era autorizzato a guidare mezzi di trasporto eccezionali”.

Una notizia che sembra presa da una barzelletta e che invece, purtroppo, è verissima: i tre mezzi bellici sono stati costretti alla “ritirata” nella base di partenza, in attesa dell’arrivo di rimorchi con i documenti in regola. Il resto del convoglio, cioè altri due carri armati, ha invece passato i controlli e ripreso la marcia raggiungendo Bologna. Da qui, attraverso la Germania, i mezzi arriveranno nel Paese del presidente Zelensky, impegnato a difendersi dall’invasione russa. Bene farebbe, però, a non contare troppo sugli aiuti italiani, visto il livello.

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