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La peste suina arriva a Roma. Indovinate chi è stato a portarla? Raggi e Gualtieri ne rendano conto

Pubblicato il 05/05/2022 19:35

Ebbene sì, non bastavano covid e guerra, anche la peste suina africana è arrivata in Italia, e nello specifico a Roma. Il primo esemplare contagiato, guarda un po’, è un cinghiale. L’allarme scatta anche per la diffusione degli ungulati in zone a ridosso del centro. La Coldiretti, infatti, stima che nella provincia di Roma sarebbero oltre 20mila.
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La peste suina in Italia

La peste suina colpisce maiali e cinghiali e non è una novità esclusivamente appannaggio di Roma. Erano stati rilevati alcuni casi anche tra la provincia di Genova e il Piemonte. Quello romano è stato individuato nei pressi del parco dell’Insugherata, zona nord-ovest della Capitale. Ad affermarlo è stato il commissario straordinario per l’emergenza, Angelo Ferrari, in una dichiarazione pubblicata dal sito dell’Ansa.
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Una notizia buona ed una cattiva

A confermare la sussistenza della peste suina è stato l’Istituto zooprofilattico del Lazio. Caso successivamente confermato anche dallo Zooprofilattico Umbria e Marche. La buona notizia è che la malattia colpisce soltanto gli animali, per i quali è letale. Fortunatamente, infatti, non si trasmette all’uomo. Di contro, la peste suina rappresenta una grave minaccia per il settore degli allevamenti, anche in virtù del fatto che, ad oggi, non esistono vaccini né cure. Oggi è convocata la riunione del gruppo di esperti che lavora sulla Psa.
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L’allarme della Coldiretti

E’ intervenuto sul caso il presidente della Coldiretti, Ettore Prandini, asserendo che: «Serve responsabilità delle Istituzioni per un intervento immediato al contenimento della popolazione dei cinghiali che hanno invaso campagne e città fino alla Capitale con danni economici per gli allevatori e rischi per la sicurezza dei cittadini». Prandini ha poi affermato che: «Abbiamo più volte evidenziato il rischio della diffusione della Peste Suina Africana attraverso i cinghiali e la necessità della loro riduzione numerica attraverso le attività venatorie, le azioni di controllo della legge 157/92 con l’articolo 19 e le azioni programmabili nella rete delle aree protette. Siamo infatti costretti ad affrontare una grave emergenza sanitaria perché – ha precisato Prandini – è mancata l’azione di prevenzione come abbiamo ripetutamente denunciato in piazza e nelle sedi istituzionali di fronte alla presenza in Italia di più di 2,3 milioni di esemplari, arrivati numerosi anche nella Capitale».
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Raggi e Gualtieri diano spiegazioni

Ad oggi la PSA è stata rilevata solo su cinghiali selvatici. Le autorità dicono che non ci sono rischi per la salute legati al consumo di carne. Certo è che la questione cinghiali nella Capitale è cosa nota da anni. Nessuna delle ultime due amministrazioni, Raggi e Gualtieri, sono state finora in grado di porre un efficace rimedio ad un problema sembra essere effettivamente sfuggito di mano.

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