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La Gabanelli inchioda Arcuri: “Ecco la lista dei suoi errori”

Pubblicato il 01/02/2021 13:40 - Aggiornato il 14/09/2023 09:27

Domenico Arcuri, impossibile non sapere chi sia! Arrivati a questo punto della pandemia se potessero, saprebbero parlare in maniera approfondita di lui perfino i muri. Milena Gabanelli e Simona Ravizza realizzano un’inchiesta che compare sul Corriere e che evidenzia tutti gli errori commessi.

Al commissario straordinario con il decreto del 17 marzo 2020 viene conferito il compito di acquistare ogni bene indispensabile all’emergenza. È lui la figura che decide e si occupa di ogni fornitura che riguardi il Covid: partendo dalle mascherine, passando per i banchi a rotelle e concludendo con i padiglioni, strutture temporanee adibite per le vaccinazioni nelle piazze italiane. Nonostante non abbia competenze specifiche in ambito sanitario, nonostante ciascuno degli incarichi a lui attribuiti sia notevolmente impegnativo e richieda diverse competenze tecniche. 

Il Corriere traccia una panoramica riguardo “i poteri e gli errori del super commissario”. Per comprendere meglio le dinamiche, nell’articolo viene dapprima chiarito come funzionano gli acquisti in ambito sanitario. “Ogni anno tutto quello di cui hanno bisogno gli ospedali (28 miliardi di bandi di gara) viene acquistato per il 30% direttamente dagli ospedali, per il 10% da Consip, per il restante 60% fanno affidamento sulle 21 centrali d’acquisto regionali”. 

Uno tra gli aspetti inspiegabili è collegato al fatto che seppur con l’articolo 122 Arcuri “possa avvalersi di soggetti attuatori e di società in house, nonchè le centrali di acquisto”, il commissario non si coordina con esse.

L’Osservatorio MaSan, Management acquisti e contratti in Sanità, del Cergas Bocconi, ricostruisce la spesa sostenuta per le attrezzature e i materiali sanitari. Il totale al 30 dicembre 2020 risulta di “5,5 miliardi: 2 miliardi sostenuta dalle Regioni, 400 milioni dalla Consip, 300 milioni dalla Protezione civile e 2,8 miliardi dal commissario”. Dunque il 51% della spesa totale, la metà, è gestita dal commissario. “Dei 2,8 miliardi 1,8 è quanto speso solo per mascherine chirurgiche, Ffp2 e Ffp3”. 

Scendendo nel dettaglio della fornitua delle mascherine, considerando le quantità enormi di presidi di protezione acquistati, si potrebbe legittimamente dedurre che siano state acquistate al miglior prezzo. Ma è proprio così? Ovviamente no. “L’11 settembre Arcuri firma un contratto da 100 milioni di pezzi con la YQT Health Care B.V, società olandese con un solo dipendente costituita il 16 marzo 2020. È una srl controllata dalla Bydcare Eu , filiale europea della cinese Byd, produttore di automobili di Shenzhen riconvertita, come dichiarato sul sito, nel più grosso produttore al mondo di mascherine. Al 20 dicembre l’unico destinatario di import sanitario della YQT è il commissario straordinario. Il prezzo pagato è di 105 milioni di euro, vale a dire 1,05 euro a mascherina”, spiega il corriere. 

E qui emergono i paradossi che vengono sottolineati all’interno dell’articolo. Punto numero 1: “La Byd cinese è la stessa azienda con cui il commissario aveva firmato le scorso aprile due contratti per una fornitura di 300 milioni di mascherine chirurgiche per 89,4 milioni di euro (30 centesimi l’una). In quel caso però il pagamento era stato fatto direttamente alla società cinese senza passare dall’importatore olandese”. Dunque passando dalla Cina, all’Olanda per arrivare in Italia il prezzo è maggiore.

Punto numero 2: “Il 25 settembre, dunque nello stesso periodo, l’azienda ospedaliera «Ospedali riuniti Marche Nord» di Pesaro aggiudica una procedura negoziata da 756 mila euro per l’acquisto di 2 milioni di Ffp2, prezzo: 37 centesimi l’una da importatori italiani. La qualità è la stessa, la certificazione è equivalente”, ciò che cambia è la non indifferente differenza di prezzo. “Su 100 milioni di pezzi il commissario ha pagato 65 milioni in più”.

Inspiegabili anche le tempistiche riguardanti la fornitura per le terapie intensive. Siamo al 19 maggio quando con il decreto legge del 19 maggio 2020, si prevede l’acquisto di attrezzature e ventilatori per “potenziare di 3.500 posti letto le terapie intensive e di 4.225 le semi-intensive”. Il bando viene pubblicato solo il 27 luglio (le aziende disponibili devono segnalarsi per poi essere selezionate). Le Regioni comunicano le loro necessità il 31 agosto. Sapete quando il commissario rende pubblico l’elenco dei fornitori con cui le Asl devono negoziare per la fornitra? “Il 2 novembre”, vale a dire ben 5 mesi e mezzo dopo. 

Un altro aspetto assurdo collegato alla gestione del commissario straordinario per le forniture, è quello dei 157milioni di siringhe di precisione acquistate per 10 milioni di euro. Il  sospetto che il prezzo pagato sia decisamente più caro rispetto a quello che si sarebbe potuto ottenere acquistandone altre con la stessa qualità, è talmente fondato da aver richiamato l’attenzione della Corte dei Conti che ha aperto diversi fascicoli per verificare ed indagare.

Sforzi che potrebbero non ottenere le dovute conseguenze, perchè -ricordiamo- da decreto il commissario risulta “immune da ogni responsabilità”.