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Italia Viva(?), mica tanto! A un anno dal lancio è crisi per la creatura renziana

Pubblicato il 15/09/2020 11:58

Pochi voti, pochi tesserati e pochi soldi. Un partito, quello guidato da Matteo Renzi, che nasceva con la promessa di salire sul podio trionfante grazie all’appoggio dei suoi elettori.

Dopo esattamente un anno dalla nascita, il 16 settembre 2019, la formazione politica non solo non ha scalato le vette, ma si ritrova al di sotto del 5%. Con meno del 3% delle preferenze, stando alle rilevazioni dei sondaggi, il compleanno del partito rischia di diventare l’ultima stazione di arrivo -il testo base della nuova legge elettorale fissa la soglia di sopravvivenza al 5%, riferisce la Verità-.

E non sono di certo migliori le previsioni delle elezioni regionali del 20 e 21 settembre, ultima occasione rimasta. Tra gli appena “18 consiglieri regionali, di cui la metà eletta nei territori alle urne, il probabile taglio dei parlamentari e le nuove soglie di sbarramento”, il giornale prevede che Italia Viva rischi l’estinzione.

Per tale motivazione, viene ipotizzato che Matteo Renzi “stia meditando un clamoroso ritorno nel Pd se il segretario, Nicola Zingaretti, dovesse essere sostituito con Stefano Bonaccini, governatore dell’Emilia Romagna dal gradito approccio riformista”.

Nei territori diversi abbandonano il gruppo politico. Il numero dei sindaci e amministratori locali continua ad abbassarsi. L’ultima, Beatrice Casini, capogruppo in Consiglio comunale a Sarzana (La Spezia). Ha lasciato Italia Viva pure l’ex sindaco e consigliere regionale, Alessio Cavarra: “Il partito ha un deficit di organizzazione, una gestione locale in mano a una sola persona e una totale carenza di confronto interno. Tutto ciò ha portato ad allontanarsi me e tanti altri che avevano aderito con grande entusiasmo.”

A non credere più nelle promesse del partito anche i finanziatori che avevano con molta generosità contribuito fin dall’inizio alla crescita: “Le «erogazioni liberali» al movimento, a ottobre 2019, avevano raggiunto 329.000 euro: quasi tutti versati da aziende e munifici supporter”. L’ultimo rendiconto pubblicato, quello di luglio, testimonia la caduta dei tempi d’oro. La situazione finanziaria è scesa a 82.000 euro. Ma di questi, “quasi 25.000 vengono dall’obolo mensile di 500 euro imposto ai parlamentari. Il resto, circa 67.000 euro, arriva da piccoli contributi e grandi donazioni”, riferisce la Verità. 

Altro che alberi da piantare… Alla fine di ottobre 2019, Renzi esultava: «Abbiamo già 10.000 iscritti. E ricordo che, per ogni iscritto, Italia viva pianta un albero». Da quel giorno non si ha più avuto notizia delle piantumazioni e, stando ai fatti non promettenti per Italia Viva, non crediamo di certo che prima o poi arriveranno.