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“Verremo tutti schedati”, è in arrivo l’Identità digitale: ecco da quando e a cosa servirà (in teoria)

Pubblicato il 27/12/2023 17:17 - Aggiornato il 27/12/2023 17:21

Conterrà i documenti di ogni cittadino, permetterà di avere a portata di smartphone tutto ciò che serve per rapportarsi con la Pubblica amministrazione. Queste, in estrema sintesi, la funzionalità dell’IT Wallet (“IT” sta per Italia, “Wallet” significa portafoglio in inglese) prossimo ad entrare in vigore con il nuovo anno, eppure dietro questa apparente comodità non possono no nascondersi delle insidie: il progetto di una identità digitale universale rientra infatti in una più ampia iniziativa dell’Unione europea, lo European Digital Identity Wallet o EuDI. Ce ne siamo già occupati e abbiamo già denunciato il rischio – evidentissimo – che questa sorta di “Green pass dei documenti” è che alla identificazione subentri la sorveglianza sociale, ovvero una schedatura di massa in stile cinese e, all’estremo, la persecuzione per i soggetti divergenti. Ogni nostra attività verrebbe monitorata “dall’alto”. (Continua a leggere dopo la foto)
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Le funzioni dell’IT Wallet

Se, come detto, in un primo momento l’IT Wallet conterrà i nostri dati personali di identificazione e persino gli estremi della tessera sanitaria o della la carta delle disabilità, progressivamente vi saranno riversati anche i dati dei nostri rapporti con società private, le prescrizioni mediche, i titoli di studio, e saranno tracciate persino le disponibilità economiche: lo strumento digitale potrà autorizzare tutti i pagamenti della vita quotidiana attraverso lo smartphone. Torneremo sui rischi che tutto ciò comporta, ma vediamo dapprima come funzionerà l’IT Wallet. Quello che oggi è rappresentato dallo SPID e dalla carta d’identità elettronica sarà sostituito dal 30 giugno 2024 dalla prima versione pubblica dell’IT Wallet e dell’app per la verifica. Saranno scaricabili dagli store per Android e IOS e utilizzabili per l’accesso ai servizi online italiani, come leggiamo su Il Messaggero, ma già in questi giorni, ovvero entro la fine del 2023, la cosiddetta proof of concept, cioè una prima versione dimostrativa, verrà testata da un campione limitato di cittadini. IT Wallet sarà ospitato sulla app IO, che pertanto subirà una modifica. (Continua a leggere dopo la foto)
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Come accedervi

I servizi più comuni del portafoglio saranno disponibili se accediamo con il livello di sicurezza base di Spid e Cie (il livello 2). Questo livello richiede nome utente, password normale e one time password (generata al momento). I contenuti di importanza più critica richiederanno il livello 3. Su Cie questo livello implica la necessità di inquadrare la carta con il cellulare. C’è però un primo problema: quest’ultimo servizio non funziona su tutti gli smartphone. E poi, se uno degli obiettivi dichiarati dal sottosegretario all’innovazione Alessio Butti è “semplificare l’esperienza di cittadini, Pubblica amministrazione e imprese, per quanto riguarda l’uso dei servizi digitali”, viene in mente l’esempio tipico di una persona anziana o, comunque, poco avvezza alla tecnologia. (Continua a leggere dopo la foto)

I rischi (enormi)

Lo dicevamo in apertura, i rischi potenziali sono ancora più gravi. Anzitutto, quelli legati alla privacy, con tutta quella messe di dati a portata di hacker; poi, e ce lo insegna l’esperienza del Green pass, ci domandiamo cosa potrebbe accadere se si usasse tale strumento per “silenziare” i dissidenti, bloccandone i pagamenti ed escludendoli dalla vita sociale. Inoltre, alcune aree del Paese, quelle più impervie, hanno una pessima connessione Internet. Come faranno i residenti dei centri più piccoli, che ni Italia sono tantissimi? L’Identità digitale europea, nella cui cornice si inserisce il progetto italiano, potrà essere utilizzata, tra le altre cose, per usufruire di servizi pubblici, aprire un conto in banca, presentare la dichiarazione dei redditi, iscriversi a un’università su tutto il territorio dell’Unione, noleggiare un’auto mostrando la patente digitale, fare il check-in in albergo. In definitiva, la nostra identità digitale, dunque la nostra intera vita, sarebbe così a portata di clic. Il portafoglio sarebbe un mezzo di identificazione elettronica a sé stante: e se la nostra password venisse violata? La Commissione europea non si fa di questi problemi e ha fissato al 2030 la data limite entro cui tutti almeno l’80% dei cittadini europei dovrebbero essere titolari di una identità e di un portafoglio digitale.

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