Non si ferma più la tensione in Medio Oriente, anzi, si colora di nuovi, nefasti venti di guerra globale. In questa prospettiva si colloca la notizia che arriva dalla Giordania. Un attacco di droni a una base americana, avvenuto fra sabato e domenica, ha causato tre morti e trentaquattro feriti fra i soldati Usa. Il comandante in Capo ha dato conferma di quello che si temeva. “L’attacco è stato compiuto da gruppi militanti radicali, che operano in Siria e in Iraq, sostenuti dall’Iran”. E’ questo il punto dolente di tutta la questione. Perché si tratta, in pratica, del primo attacco diretto da parte degli iraniani al colosso statunitense. Un altro modo di alzare la tensione, che si aggiunge alla guerra ibrida lanciata dai guerriglieri Houthi dallo Yemen contro le navi commerciali occidentali. Mentre quelle cinesi e russe vengono risparmiate dagli attacchi. (continua dopo la foto)
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Il Presidente americano Biden ha parlato alla Nazione. “Oggi il cuore dell’America è pesante”, ha detto. “I tre militari che abbiamo perso erano patrioti nel senso più alto e il loro sacrificio estremo non sarà dimenticato dalla nostra Nazione. Porteremo avanti il loro impegno nella lotta al terrorismo. E non abbiate dubbi, chiederemo conto a tutti i responsabili nel momento e nel modo che noi sceglieremo”. L’attacco alla base americana è avvenuto nei pressi di Al-Tanf, una delle principali basi americane in Medio Oriente. Il raid ha colpito la postazione distaccata Tower 22, in suolo siriano. Si tratta di una installazione meno difesa delle altre proprio perché al confine con la Giordania. L’intenzione, quindi, era di cogliere gli americani di sorpresa. Piano che ha tragicamente funzionato. Come in occasione degli attacchi di Hamas a Israele, anch’essi avvenuti con probabile regia iraniana. (continua dopo la foto)
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Nonostante le parole, inevitabili, di Biden, gli Usa non sono inconsapevoli dei rischi che il mondo intero sta correndo. E cercano di gettare acqua sul fuoco, almeno dove possono. Secondo il New York Times, i negoziatori guidati dagli americani stanno cercando di ottenere una tregua fra Israele e Hamas. Un cessate il fuoco in cambio della liberazione di cento ostaggi. I diplomatici lasciano trapelare un moderato ottimismo. Il Presidente americano ha parlato con i leader di Egitto e Qatar, che stanno facendo da intermediari con Hamas. La questione ostaggi è prioritaria anche per Israele, alle prese, oltre che con le dinamiche del conflitto, con le proteste interne. Si cerca anche di garantire ai civili di Gaza forme di assistenza salvavita. Biden potrebbe mandare nella Regione il suo coordinatore per il Medio Oriente, Brett McGurk, per aiutare a finalizzare l’accordo. E il mondo resta a guardare con il fiato sospeso.
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