
Il suo nome sta circolando veloce in rete, tanto che il suo profilo Facebook ora risulta inaccessibile. Iolanda Apostolico è la giudice finita al centro delle polemiche per il provvedimento con il quale, sconfessando il “decreto Cutro” del governo, non ha convalidato il fermo di tre migranti tunisini trattenuti nel cpr di Pozzallo. Giudice civile del tribunale di Catania, ha dichiarato illegittimo il fermo disposto dal questore di Ragusa sostenendo che fosse contrario alle normative europee e alla Costituzione. Ma chi è questa magistrata? Andando a spulciare bene si trovano una serie di “scheletri nell’armadio” che spiegano meglio cosa c’è dietro questa sua decisione che ha un sapore tutto politico. Dalla sua pagina Facebook, che Apostolico ha presto chiuso come a nascondere delle “prove”, emergono indicazioni ben precise sulle sue preferenze politiche. Nonché altri chiari segnali contro Salvini e il governo. (Continua a leggere dopo la foto)
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Il Giornale è riuscito a sbirciare comunque dentro la pagina Facebook della giudice Iolanda Apostolico. Il primo post che compare nella bacheca è una petizione, condivisa nel luglio 2018, che chiedeva una “mozione di sfiducia” nei confronti di Matteo Salvini, che a quei tempi era da poco stato nominato ministro degli Interni. Una mossa non proprio da giudice super partes. Lo stesso ha poi fatto nel giugno dello stesso anno con un articolo dal titolo “Open Arms e Sea Watch: la richiesta di archiviazione della procura di Palermo”. Se si guarda l’elenco delle pagine da lei seguite su Facebook spiccano quelle delle Ong “Free Open Arms” ma anche quella dedicata a “Open Arms”. La Ong che – guarda il caso – ha portato il leader della Lega a processo. Ma non è tutto. (Continua a leggere dopo la foto)
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Come riporta Il Giornale c’è poi il “like” della giudice Iolanda Apostolico a “Presidio permanente No Borders – Ventimiglia” e un reportage fotografico da lei stessa realizzato nel maggio 2011 sull’attracco del traghetto “Flaminia” con 1300 migranti che vennero poi distribuiti nei centri di accoglienza locali. La Apostolico sulla sua pagina Facebook definì quelle immagini simbolo di “moderna deportazione“. Ci sono poi vari richiami alla Rete femminista, il “segui” alla pagina di “Potere al popolo“, schieramento della sinistra radicale, e a “Democrazia e Autonomia” di Luigi De Magistris. Non poteva mancare di certo il “segui” a Aboubakar Soumahoro. Insomma, idee – ci mancherebbe – personali e legittime, ma che poi per forza di cose fanno “puzzare” i suoi provvedimenti giudiziari di politico. (Continua a leggere dopo la foto)
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Iolanda Apostolico, cosa scriveva nella sua pagina Facebook
Sarà anche per questo che la premier Meloni, sulla sua pagina Facebook, si è detta “basita davanti alla sentenza del giudice di Catania” e ha parlato di “motivazioni incredibili”. La replica della giudice arriva dalle pagine del Corriere: “Non voglio entrare nella polemica, né nel merito della vicenda. Il mio provvedimento è impugnabile con ricorso per Cassazione, non devo stare a difenderlo. Non rientra nei miei compiti. E poi non si deve trasformare una questione giuridica in una vicenda personale”, dice la giudice Iolanda Apostolico. Però poi ci sono le sue tracce sui social che dicono altro, come il commento lasciato dopo la mancata convalida del fermo di Carola Rackete, comandante della Sea Watch arrestata dopo aver forzato i blocco della Guardia Costiera a Lampedusa: “Bye bye Salvini […]. Se tu studiassi (si, vabbè…) ti risparmieresti questi fervorini mediatici che ti espongono – agli occhi delle persone consapevoli – solo al ridicolo… Carola è libera e noi, allegramente, brindiamo alla faccia Tua“.
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