Gli ultimi tempi sembrano essere un misto tra una serie TV su Netflix ed una sceneggiatura dell’Apocalisse. Non bastano pandemie, guerre e crisi economiche. Ora si ci mette anche la siccità. Nelle ultime ore, infatti, decine di Comuni del Piemonte e della Lombardia hanno richiesto l’intervento delle autobotti per contrastare lo scarsissimo approvvigionamento idrico. Molti hanno già dovuto ricorrere ai razionamenti dell’acqua per uso idropotabile.
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Non piove da 110 giorni
«I serbatoi locali afferiscono a sorgenti che non ci sono più». Dopo interi mesi di siccità, dove in alcuni luoghi non si vede acqua da ben 110 giorni, si iniziano ad avvertire i nefasti effetti del clima secco. Il Piemonte è tra le regioni che più sta accusando il problema, con l’Autorità distrettuale del fiume Po che ha sottolineato come la situazione “sia in peggioramento”. Inoltre, come riferito da L’Indipendente, uno studio del Comitato Acqua Pubblica di Torino e del Forum Italiano dei Movimenti per l’Acqua avrebbe evidenziato come il raddoppio di una linea AV tra Torino e Lione provocherebbe la fuoriuscita dalla falde montane di un quantità d’acqua equivalente al fabbisogno annuo di 600.000 persone.
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Siccità nell’intera Pianura Padana
Ma la questione non riguarda soltanto il Piemonte. L’intera Pianura Padana è alle prese con la crisi da siccità più grave degli ultimi 70 anni. Utilitalia, la federazione che riunisce le aziende che distribuiscono l’acqua potabile, proprio nei giorni scorsi aveva chiesto a 100 comuni del piemontese ed a 25 del bergamasco, di sospendere l’erogazione durante la notte col fine di consentire un ripristino dei livelli dei serbatoi. In diversi comuni sono state firmate ordinanze riguardanti “il razionamento dell’acqua per uso idropotabile”. Meuccio Berselli, segretario generale dell’Autorità Distrettuale del Fiume Po – Ministero Transizione Ecologica, ha dichiarato che «Nel Ferrarese, un bacino di circa 250mila persone, abbiamo chiesto di prelevare meno acqua possibile».
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I razionamenti dell’acqua
Ma i razionamenti non stanno colpendo soltanto le abitazioni dei cittadini. Anche il mondo dell’agricoltura, infatti, sta soffrendo enormemente la scarsità di risorse idriche, proprio nel periodo in cui ci sarebbe maggiore bisogno di acqua per portare a maturazione le colture. Le cause sono da ricercarsi anche nell’assenza di una piovosità invernale significativa. Infatti, a causa della mancanza di precipitazioni degne di nota per oltre 100 giorni, solo nel mese di marzo, il deficit idrico è arrivato a registrare addirittura un -92%. L’effetto di tale (non) avvenimento è che il Po ha raggiunto i suoi minimi storici di piena: un mese fa, il livello è sceso di ben 2,7 metri rispetto allo zero idrometrico più basso registrato a ferragosto del 2021. A contribuire alla crisi idrica sono stati poi le ridotte precipitazioni nevose sulle Alpi e l’aridità del terreno, sempre causato dall’assenza di piogge.
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