La piccola Indi Gregory è morta. I medici hanno staccato le macchine artificiali che tenevano in vita la bambina di pochi mesi, affetta da una patologia mitocondriale rarissima. Un caso che aveva fatto discutere, dividendo l’opinione pubblica e il mondo della politica: dopo la sospensione della respirazione e alimentazione tramite macchine artificiali, Indi aveva continuato a respirare per qualche ora, poi la situazione era precipitata. L’annuncio della morte è stato dato dal papà, Dean Gregory, a La presse: “Mia figlia è morta, la mia vita è finita all’1:45. Io e mia moglie Claire siamo arrabbiati, affranti e pieni di vergogna. Il servizio sanitario e i tribunali non solo le hanno tolto la possibilità di vivere, ma anche la dignità di morire nella sua casa. Sono riusciti a prendere il corpo e la dignità di Indi, ma non potranno mai prendere la sua anima. Sapevo che era speciale dal giorno in cui è nata, hanno cercato di sbarazzarsi di lei senza che nessuno lo sapesse ma io e Clare ci siamo assicurati che sarebbe stata ricordata per sempre”.
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Indi Gregory aveva 8 mesi ed era affetta da una patologia mitocondriale che non le avrebbe lasciato scampo, portandola inevitabilmente alla morte. I medici ed i giudici inglesi avevano deciso di sospendere il lavoro delle macchine che la tenevano in vita e la facevano respirare. I genitori si erano opposti a questa decisione ed era cominciata una campagna mediatica al fine di chiedere aiuto ed a quel punto si era fatta avanti l’Italia, che aveva offerto il suo aiuto tramite l’ospedale Bambin Gesù di Roma e facendo ottenere alla piccola la cittadinanza italiana, per permetterle un trasferimento immediato.

Le cose, purtroppo, non erano però andate bene: nonostante il lavoro del console Corradini per presentare ricorso alla decisione dei giudici e le pressioni giunte anche dalla presidente Giorgia Meloni, nella giornata di sabato i giudici avevano rigettato i ricorsi e decretato lo spegnimento definitivo delle macchine, che erano state staccate due giorni fa. Papa Francesco aveva espresso solidarietà alla famiglia.
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