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Il pentito dei colletti bianchi mette nei guai Conte e svela i suoi presunti “affari segreti”

Pubblicato il 29/04/2021 10:19 - Aggiornato il 29/04/2021 10:55

Lo hanno già ribattezzato “il nuovo Buscetta”, Pietro Amara, l’avvocato che con le sue dichiarazioni sta turbando il sonno di politici, imprenditori e uomini di potere. Arrestato agli inizi del 2018 per associazione a delinquere insieme al giudice Riccardo Virgilio, presidente di sezione a Palazzo Spada, è stato accusato di aver messo in piedi una vera e propria squadra di avvocati e magistrati con lo scopo di pilotare i processi e indirizzare il più possibile le sentenze. Una volta fuori dal carcere, però, ha iniziato la sua collaborazione con la giustizia, patteggiando così una pena inferiore ai 4 anni. Con le sue dichiarazioni, Amara ha messo nei guai l’ex magistrato Luca Palamara. E di recente ha fatto anche un nome pesantissimo: quello di Giuseppe Conte.

Amara, l'avvocato che dice di aver "raccomandato" Conte. L'ex premier: "Tutto falso"

Chiaro che le parole di Amara siano da prendere con le molle, in attesa che gli investigatori accertino la veridicità delle sue dichiarazioni. Ma stando a quanto riportato dalla testata Domani, l’avvocato avrebbe parlato dell’ex premier rivelando di averlo “raccomandato” per una consulenza per la società Acqua Marcia, controllata da Francesco Bellavista Caltagirone, con un compenso pattuito di 400 mila euro. A fare il nome di Conte ad Amara sarebbe stato l’ex presidente del Csm Michele Vietti, che però ha già negato tutto.

Dopo la consulenza per Acqua Marcia, Conte aveva lavorato per l’imprenditore Leonardo Marseglia nella compravendita del Molino Stucky, lussuosa struttura a Venezia nel portafoglio della società di Caltagirone. Una situazione di potenziale conflitto d’interessi, visto che secondo Amara l’ex premier avrebbe prima svolto delle consulenze per Acqua Marcia, di cui conosceva i documenti del concordato, e poi con quel Marseglia che dello stesso concordato era beneficiario.

L’ex presidente del Consiglio ha subito respinto ogni accusa in merito, rivendicando attraverso un post scritto su Facebook e indirizzato alla testata Domani di aver “sempre svolto attività pienamente lecite, corrette e trasparenti” e sottolineando di non aver “mai avuto rapporti personali o professionali con Amara”. Riguardo l’incarico per Acqua Marcia, Conte ha spiegato di aver ricevuto l’incarico di redigere “300 pareri legali per certificare lo stato di tutti i contenziosi giudiziali e di tutte le vertenze extragiudiziali che riguardavano le varie società del Gruppo”.

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