Da un lato c’è un nutrito gruppo di scienziati che continua a parlare di “allarme Covid” e mette in guardia gli italiani sul rischio di un autunno segnato da nuovi boom nei contagi. Dall’altro, gli stessi virologi che avevano sostenuto le scelte di Conte e Speranza agli inizi della pandemia sembrano ormai convinti che il peggio sia alle spalle e predicano la calma, anche alla luce delle nuove informazioni sul virus emerse col passare dei mesi. Tra questi anche Matteo Bassetti, che non ha esistato a descrivere il Covid come “una malattia dai sintomi lievi”.
Intervistato da Alessandro Belardetti sulle pagine de La Nazione, Bassetti ha preso le distanze dai colleghi più catastrofisti: “Con questo virus ci dobbiamo convivere e lo sappiamo da tempo. Speravo di trovare maggiore maturità nella politica e nei miei colleghi. Altri Paesi hanno vissuto l’ipercircolazione di Omicron 5 senza allarmismi: tanti contagi ma sintomi lievi rispetto all’originale. Dopo 3 o 4 giorni di febbre, mal di gola e stanchezza tutto passa e si risolve. Serve sangue freddo, ma manca a chi dovrebbe averne”.
La situazione ospedaliera, d’altronde, non è allarmante: “L’unico indicatore che conta veramente è l’occupazione delle terapie intensive. Però bisogna che gli ospedali siano in grado di differenziare i pazienti con una malattia Covid correlata da chi invece è positivo al tampone ma ha altre patologie. L’80% in terapia intensiva fa parte del secondo gruppo. Ma noi così diciamo il falso e diamo una fotografia sbagliata”.
Perché c’è ancora qualcuno che “tifa” per la pandemia? Secondo Bassetti “perché vogliono le prime pagine. In autunno forse avremo un vero aumento dei ricoveri, ci sarà bisogno di rivaccinarsi e tornare all’uso delle mascherine. A quel punto dopo questi ‘al lupo, al lupo’ la gente non ci crederà più e la campagna vaccinale sarà un flop”.
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