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Guerra mondiale, ora c’è da aver paura. Russia, Cina e Iran, la decisione che cambia tutto

Pubblicato il 06/02/2024 10:49

Papa Francesco lo aveva detto. E’ in corso una specie di “guerra mondiale a pezzi”, fatta di conflitti apparentemente isolati ma collegati fra loro. Un allarme che in molti hanno sottovalutato, ma che sta diventando sempre più reale con l’allargarsi dei terreni di scontro. In un contesto già preoccupante, giunge quindi come uno schiaffo alle speranze di pace l’annuncio che viene dall’Iran. E ci informa che fra un mese, nelle acque al largo dell’Oman, ci sarà una grande esercitazione congiunta fra le flotte iraniana, cinese e russa. Non è la prima operazione organizzata dai tre Paesi, la prima era avvenuta un anno fa. Ma ora lo scenario è cambiato, le crescenti tensioni in Medio Oriente e nel Mar Rosso sono solo l’ultimo tassello di un’escalation che sta prendendo una forma sempre più concreta. (continua dopo la foto)

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C’è un altro elemento che differenzia questa esercitazione da quella di un anno fa. Nella stessa zona, infatti, si trovano mezzi militari degli Stati Uniti. La US Navy è impegnata a combattere gli Houthi, i guerriglieri yemeniti filo iraniani. Perciò gli americani, che l’anno scorso si erano detti tranquilli di fronte alla prima esercitazione trilaterale dei loro “avversari”, ora lo sono molto meno. Perché la situazione mondiale è cambiata e perché il durissimo scontro a Gaza non accenna a placarsi. E anche perché nelle acque in cui si riuniranno Russia, Iran e Cina si trovano otto navi statunitensi, fra cui la portaerei Eisenhower e il sottomarino nucleare Florida. E fra un mese partirà la missione Europea Aspides, alla quale parteciperà il cacciatorpediniere italiano Duilio, a difesa dei traffici commerciali nel Mar Rosso.

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La portaerei Eisenhower

Siccome quella degli Houthi contro le navi commerciali è un’operazione di guerra “ibrida”, cioè va a colpire Europa e Stati Uniti e risparmia Cina e Russia, è inutile girarci intorno. Anche Aspides è di fatto una missione “di guerra”ibrida”, sia pure limitata – almeno per ora – alla protezione dei mercantili. Dunque, non aveva torto chi si preoccupava per le manovre della Nato ai confini della Russia. Comunque la si pensi sulla guerra in Ucraina, andare a stuzzicare Putin vicino ai suoi confini è stata un’operazione di rara stupidità. Perché ha rotto i fragili equilibri fra superpotenze e ha avvicinato la Russia alla Cina. E ora anche all’Iran. I cinesi intrattengono buoni rapporti con la Corea del Nord, altra scheggia impazzita nel quadro internazionale, e con i Paesi islamici. Mentre la Russia con l’Islam ha sempre avuto un rapporto a dir poco conflittuale. (continua dopo la foto)

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Guerriglieri Houti, vicini all’Iran

Rompendo gli accordi con i russi, la Nato è riuscita ad avvicinare il colosso sovietico non solo alla Cina, ma anche all’Islam. E la questione non si ferma qui. C’è un disegno geopolitico ancor più dirompente dietro alla esercitazioni del prossimo mese. Lo ha rivelato il comandante della Marina di Teheran, Shahram Irani: altri Paesi sono stati invitati a partecipare alle manovre, sia pure solo come osservatori. Fra di essi, ci sarebbero India, Brasile e Sud Africa. Cioè le forze mondiali che si stanno avvicinando fra loro per cambiare gli equilibri del globo. E per limitare la sfera di influenza degli Stati Uniti e della Nato. La Russia cavalca questo progetto per uscire dall’isolamento internazionale. Ma per la Cina ci sono in ballo enormi interessi economici e politici. Con mire espansive evidenti in Sud America e in Africa – non a caso zone ricche di materie prime fondamentali. Insomma la flotta cinese allarga il suo raggio d’azione, e questo pericolosissimo “patto con l’Iran” diventa sempre più stretto. (continua dopo la foto)

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Non dimentichiamo che l’esercitazione trilaterale avviene in un periodo in cui Teheran sta lanciando sfide pesanti all’Occidente e agli Usa. Prima attraverso Hamas, ora più direttamente utilizzando gli Houti. E questo spiegamento delle milizie sciite contro gli americani rischia ogni giorno di più di trasformarsi in guerra aperta. Per ora gli Stati Uniti stanno rispondendo con azioni mirate, ma la tensione sale. E i raid targati Nato e Usa nel Mar Rosso diventano più frequenti e massicci. In questo quadro, i “giochi di guerra” della Russia e della Cina rischiano di diventare una scintilla accanto a un deposito di dinamite. Sullo sfondo ci sono le prossime elezioni americane, che porteranno alla Casa Bianca uno fra Trump e il candidato democratico. Che per ora è ancora Biden, ma forse diventerà Michelle Obama. Trump con Putin ha buoni rapporti. Se tornasse a Washington, la prima cosa da fare sarebbe trovare la quadra con la Russia e rompere il fronte di alleanza anti occidentale. Staremo a vedere.

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