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“La differenza tra noi e gli islamici”. Feltri, dal letto d’ospedale, picchia durissimo: parole imperdibili

Pubblicato il 17/10/2023 16:25 - Aggiornato il 18/10/2023 08:58
guerra Israele Vittorio Feltri

Vittorio Feltri è in ospedale, e come dice lui, la salute gli sta “rompendo i coglioni”. Nonostante questo, accetta di rispondere a qualche domanda di Hoara Borselli che pubblica, proprio su Libero, questa intervista impedibile, soprattutto per i riferimenti all’attualità e in particolare alla guerra in Israele e alla situazione mediorientale. Recentemente, già su Twitter, Feltri aveva scritto che aveva ragione da vendere Oriana Fallaci quando disse che il cancro dell’umanità è costituito dall’Islam. La collega lo stuzzica sulla “codardia” si molti giornali nello scrivere “terrorismo islamico” in favore di un più generico “terrorismo”. Feltri parte a manetta: “Ormai nella nostra società, non solo in quella italiana, domina il cosiddetto ‘politicamente corretto’, che è sinonimo di conformismo. Il conformismo dilaga ed è contagioso come la peste. Io me ne sbatto del politicamente corretto e do alle cose il nome che ho imparato studiando l’italiano e il latino. Di tutto il resto me ne frego”. (Continua a leggere dopo la foto)
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Sempre prendendo spunto dai fatti della guerra in Israele, Vittorio Feltri ragiona sul popolo ebraico e sulla differenza tra gli occidentali e gli isalmici: “Gli ebrei hanno una mentalità occidentale. Anche se hanno una religione diversa, la loro è la religione da cui nasce il cristianesimo che poi ha influenzato tutto lo sviluppo umano. Quindi abbiamo la stessa mentalità. E questa mentalità non è certo quella degli islamici a cui invece piace lapidare le mogli per qualunque sciocchezza. Quelli sono dei pazzi completi, sono privi di educazione. Basta vedere come vivono“. (Continua a leggere dopo la foto)
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L’ultima parte dell’intervista è dedicata alla gloriosa carriera giornalistica di Vittorio Feltri. Si lascia da parte l’attualità, la guerra in Israele (anche se dice che a chi gli offrisse 100milioni per andare a vivere dagli arabi risponde che “quei soldi può infilarseli in quel posto“) e ci si tuffa nei ricordi. “Montanelli? Eravamo amici. Andavamo spesso in una trattoria di via Fatebenefratelli e mi ricordo un particolare che fa ridere: teneva il fiasco del vino sotto il tavolo come mio nonno. Perché usava così: era padrone di casa chi teneva il fiasco e mesceva agli altri”.

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