Nella puntata del 6 giugno di “Stasera Italia“, il programma di Rete4 condotto da Barbara Palombelli si è parlato di tutti i temi di strettissima attualità, dagli ultimi sviluppi della guerra in Ucraina, fino al Gay Pride e agli argomenti ad esso collegati come la maternità surrogata. Tra gli ospiti in studio c’era anche Gianluigi Paragone, il quale ha detto la sua su ogni punto. Parlando della maternità surrogata, della gestazione per altri (Gpa) e di utero in affitto, il fondatore di Italexit ha detto: “Se in Italia la fattispecie è un reato, non è che se vado a commettere questa fattiscpecie all’estero e poi ritorno in Italia la faccio franca. Questo non può accadere. Perché altrimenti si crea un cortocircuito”. Il riferimento è al fatto che in Italia queste pratiche sono illegali, ma accade sempre più spesso che cittadini italiani vadano all’estero per metterle in atto, rientrando poi nel nostro Paese. (Continua a leggere dopo la foto)
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Il governo è dunque intervenuto per rendere la gestazione per altri un reato universale, ossia che non può essere commesso né in Italia né all’estero. Restando su questo punto, e su quello della maternità surrogata, Gianluigi Paragone ha continuato il suo ragionamento: “Non possiamo far sì che tutto questo diventi una specie di far west all’estero rendendo ancora più complicata la questione. È reato. Punto. Questa cosa qui non si può fare in Italia. Se io la vado a fare all’estero, e poi ritorno con il figlioletto in Italia, mi dispiace dirlo, ma questo è un bypass che – secondo me – è da vietare”. (Continua a leggere dopo il video)
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(Clicca sull’immagine per accedere all’intervento video di Paragone: dal minuto 34.14)
Maternità surrogata, Gianluigi Paragone d’accordo col governo
La conclusione di Gianluigi Paragone sulla maternità surrogata è dunque piuttosto chiara: “Io sono d’accordo con l’impostazione che ha dato il governo”. Rispetto alle polemiche sul Gay Pride, invece, aggiunge: “Qui si cade ogni volta nel politicamente corretto. Perché devi per forza dare un patrocinio se non condividi le finalità di una manifestazione. Io penso sia legittimo dire che non si dà il patrocinio perché non si condividono le finalità”.
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