Negli ultimi giorni si è riacceso il dibattito, per i tristemente noti e tragici motivi, sul tema del patriarcato, da cui discenderebbe una vera “cultura dello stupro”, secondo le argomentazioni della sorella della povera Giulia Cecchettin, diventate manifesto del femminismo italiano. È un dibattito troppo serio e ampio per affrontarlo in questo articolo, che pure non è estraneo al tema. Ci spieghiamo meglio. In merito all’aumento esponenziale degli stupri e dei reati di genere – non sarà politicamente corretto ricordarlo, ma noi lo facciamo – le statistiche ci dicono essere commessi in larga parte da coloro che realmente incarnano l’archetipo della società patriarcale: musulmani, anche di seconda generazione, e ancor più spesso coloro che definiamo “rifugiati”, “richiedenti asilo” o al più “stranieri”, per poi scoprire sovente che magari si tratti di ricercati nei propri Paesi d’origine o di persone sprovviste del Permesso di soggiorno. Però, su questo, i più tacciono e nessuno menziona il patriarcato o la “cultura dello stupro”. Non è la prima volta che scriviamo in merito alle nostre città fuori controllo. Ebbene, per documentare tutto ciò, la trasmissione Fuori dal Coro, condotta da Mario Giordano, è andata a Bologna. (Continua a leggere dopo il VIDEO)
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Incubo stupri a Bologna: le notti della paura
— Fuori dal coro (@fuoridalcorotv) November 22, 2023
Servizio di Maria Letizia Modica a #Fuoridalcoro pic.twitter.com/PJf4tdC3v9
Le notti bolognesi
E qui, come si vede nel video che vi proponiamo, la stessa inviata Maria Letizia Modica Alliata non è rimasta immune alle attenzioni inopportune, mentre qualcun altro tentava di venderle del fumo. Il capoluogo emiliano vanta un triste e assai poco lusinghiero primato: solo dall’inizio dell’anno sono 219 le donne che hanno denunciato violenze subìte, numeri impressionanti. Il servizio sulle notti da brivido nella zona tra la stazione centrale e quella universitaria ricorda che, precisamente nel quadrante in cui si è mossa l’inviata di Rete 4, si sono consumate cinque violenze sessuali negli ultimi due mesi. Il quotidiano Libero assembla anche un tragico collage di alcuni titoli di giornale, così come appaiono anche nel servizio andato in onda: “Violenza sessuale su una 15enne a bordo di un autobus in pieno giorno. Fermati due minorenni stranieri”; “Ragazza vittima di stupro in zona universitaria a Bologna”, e altri titoli tristemente simili. Bologna la dotta è divenuta una città pericolosissima. Lucidissima e opportuna, l’analisi del fenomeno proposta alle telecamere di Fuori dal Coro da parte del nuovo questore di Bologna, Antonio Sbordone: “Dobbiamo spostare l’attenzione su chi maltratta, stupra, uccide. C’è oggi un gap tra l’emancipazione femminile, che per fortuna è maturata rapidamente in questi tempi, e l’arretratezza culturale degli uomini che fanno fatica a stare al passo. È da questo disequilibrio che nascono le tragedie e su cui bisogna lavorare. Per tutelare la vittima bisogna occuparsi del carnefice”. Purtroppo, ed è sin troppo facile constatarlo, è un fenomeno comune a tutte le grandi città italiane – invero anche a quelle più piccole –, basti pensare alla Milano arcobaleno del sindaco Pd, Beppe Sala, dove in quattro anni sono raddoppiate le violenze sessuali, quantunque il primo cittadino parli addirittura di una “campagna mediatica” contro la sua città. (Continua a leggere dopo la foto)
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A Milano stupri raddoppiati in 4 anni
Invece, sette provvedimenti cautelari su dieci nel capoluogo lombardo, disposti dal gip e dal gup, nei primi dieci mesi del 2023, sono per reati di genere. E tra il 2019 e il 2023 sono raddoppiate, a Milano, le denunce (e le indagini) per violenza sessuale. Lo ha detto Fabio Roia, presidente del Tribunale meneghino, in una conferenza stampa a cui hanno partecipato anche la presidente della quinta sezione penale, Elisabetta Canevini, e la procuratrice aggiunta Letizia Mannella, che guida il pool Fasce deboli della procura milanese.
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