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“Fiumi di soldi!” L’inchiesta che svela come Big Pharma influenza i governi nazionali

Pubblicato il 14/07/2022 20:21

È sotto gli occhi di tutti come i vaccini anti Covid siano stati favoriti da un’ottima pubblicità, sia a livello governativo che non. Presentati come la panacea di tutti i mali, come l’unica salvezza possibile che avrebbe spazzato via il virus in men che non si dica, la verità è che dopo un anno e mezzo dalla loro immissione in commercio molte delle loro promesse sono state completamente disattese. Logica vorrebbe che un prodotto che non rispetti le aspettative e gli standard con cui ha ottenuto l’approvazione, a maggior ragione se condizionata alla sua efficacia come in questo caso, dovrebbe essere considerato un flop. Eppure i vaccini anti covid continuano ad ottenere dalle agenzie regolatorie le loro CMA, e gli Stati continuano candidamente a sottoscrivere contratti milionari con Big Pharma. Come fanno? Grazie al lobbying.
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L’importanza del lobbying

Come fanno le aziende del farmaco ad avere così successo a fronte di prodotti oggettivamente scadenti? La risposta la espone chiaramente Byoblu, ed è una sola: lobbying. Ma che cos’è il lobbying? Sono attività che le grandi aziende conducono all’ombra delle istituzioni, con l’obbiettivo di influenzare il processo legislativo a proprio vantaggio. Come si può ben immaginare, negli ultimi due anni Pfizer ha lavorato intensamente attraverso i propri lobbisti, investendo un grande quantitativo di denaro per far sì che gli fosse garantito lo status di monopolista del mercato.
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Il lobbying di Pfizer in tutto il mondo

L’attività di lobbying di Pfizer si spinge in ogni angolo del globo, ma si è concentrata in particolar modo sugli Stati Uniti. I dati riportati dal Senato americano dal 2020 ad oggi, dimostrano come Pfizer abbia speso ben 25 milioni di dollari nell’attività di lobbying, versandoli a 19 aziende specializzate in questa attività. Come riporta Byoblu, tra queste troviamo i nomi delle principali imprese del settore, di cui molti sono situati a Washington, proprio nei pressi della Casa Bianca, così da rendere più facile l’organizzazione degli incontri con i funzionari di Stato. Come il Washington Tax & Public Policy Group e il The Group, che ha nel suo portafoglio clienti anche l’azienda di armamenti Lockeed Martin.
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L’influenza di Pfizer nelle presidenziali americane

Mostrando particolare attenzione all’evolversi delle ultime elezioni presidenziali, Pfizer si è mossa attivamente durante le votazioni americane, puntando sul candidato vincente. Nel 2020 la Pfizer aveva investito 3,5 milioni di dollari, di cui 351mila destinati alla campagna presidenziale di Joe Biden. Per Trump aveva invece riservato la ridicola cifra di 105mila dollari. Dunque, è stato così che Big Pharma è riuscita ad assicurarsi il buon esito dei propri affari in terra statunitense. Poco tempo fa, la FDA ha annunciato che per i nuovi vaccini anti covid non verranno nemmeno più richiesti nuovi dati sui trial clinici, ma si farà affidamento su quelli esistenti. Chiaramente gli investimenti hanno ripagato bene.
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I lobbiyng in Unione Europea

Ma l’influenza di Pfizer si estende anche in terra nostrana. Il registro sulla trasparenza adottato a Bruxelles, infatti, è un documento fondamentale per capire i passi dell’azienda in territorio europeo nell’ultimo periodo. La volontà di cambiare il quadro legislativo sui farmaci in UE e promuovere i vaccini anti Covid, sono stati solo alcuni degli obbiettivi dei lobbisti del colosso farmaceutico. Per raggiungerli, Pfizer si è avvalsa di cinque persone, tre di queste sono impiegate a tempo pieno all’interno dei corridoi di Bruxelles, per un costo di circa 1,5 milioni di euro per il solo anno 2021. Sebbene tutto questo rientri nell’attività lobbistica regolamentata, c’è anche da segnalare quella sommersa, che esiste eccome. La questione dei messaggi misteriosamente spariti tra la Presidente della Commissione Ursula von Der Leyen e l’amministratore delegato della Pfizer Albert Bourla ne è una prova evidente. Conversazioni che riguardavano la sottoscrizione dei contratti dei vaccini anti Covid, non proprio quisquilie.

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