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“Vergogna Onu!” Il premio ai Benetton scatena un putiferio. Ecco il motivo dell’assurdo riconoscimento

Pubblicato il 19/12/2023 18:59 - Aggiornato il 19/12/2023 19:04

Qualcuno non dimentica che, all’indomani della tragedia del Ponte Morandi di Genova, i Benetton non annullarono il loro tradizionale party di Ferragosto. Qualcuno non dimentica che, a causare la tragedia, furono anni di mancata manutenzione e palese negligenza e disinteresse per il dissesto che già era piuttosto evidente; qualcuno non dimentica che nessuno della famiglia Benetton abbia mai pagato per quella strage in cui perirono 43 persone, anzi hanno sì lasciato la gestione di Autostrade per l’Italia alla cordata capeggiata da Cassa depositi e prestiti, ma persino dietro una lauta buonuscita di 8 miliardi di euro. A New York, invece, hanno dimenticato tutto ciò, altrimenti non sappiamo come spiegarci il fatto che l’Unca, Associazione dei Corrispondenti presso le Nazioni Unite, che ha assegnato ad Alessandro Benetton il premio come Global Advocate of the Year 2023 per la sua “dedizione e leadership – è scritto nelle assurde motivazioni del riconoscimento –nella promozione di politiche sostenibili in qualità di presidente di Edizione, una delle principali holding industriali europee”. Una spruzzata green e un po’ di “filantropia”, dunque: tanto basta per ricevere un lavacro lustrale delle proprie colpe e delle proprie omissioni. (Continua a leggere dopo la foto)
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“Chiediamo verità e giustizia”

Alessandro Benetton, secondogenito di Luciano, è stato premiato dal segretario delle Nazioni Unite, Antonio Guterres in persona. Inutile dire che l’incredibile riconoscimento è stato assai poco gradito dai familiari delle vittime di Genova, che accusano il gruppo di greenwashing (una recente tecnica di marketing volta ad accrescere la reputazione delle aziende tramite politiche sostenibili, sovente fittizie): “Non si può che restare perplessi rispetto alle brevi vie di purificazione”, ha commentato Egle Possetti, la portavoce della associazione dei familiari delle vittime del ponte crollato. E ancora: “Gli azionisti dopo avere letteralmente spremuto le autostrade italiane in concessione, che hanno all’attivo due tragedie come quella di Avellino e Genova, assumono ora il ruolo di filantropi premiati”. Oltre al dramma del Ponte Morandi, l’altro riferimento è alla tragedia del 2013, allorché un pullman, per la mancata resistenza del guardrail autostradale, precipitò da un viadotto provocando 40 vittime. Infine, “Siamo terribilmente perplessi – prosegue Possetti – che le vie per il ritorno a candide vesti non passino per la verità, non passino per la giustizia”, come si legge su Genova Today. Atlantia non esiste più: oggi si chiama Mundys, la guida lo stesso Alessandro Benetton e ha in concessione, tra gli altri, i due aeroporti romani e quello di Nizza.
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Foto: Sharon Stone e Alessandro Benetton

Il premio per le aziende “sostenibili”

Il premio come Global Advocate of the Year, tra i più prestigiosi riconoscimenti degli UNCA Awards, annualmente destinati a personalità di alto profilo, impegnate nel trovare una soluzione a questioni globali e urgenti come la risoluzione dei conflitti, gli aiuti umanitari, il controllo delle malattie o, appunto, il cambiamento climatico. Tra i protagonisti degli UNCA Awards, poi, anche l’attrice Sharon Stone, designata quale Global Citizen of the Year. Edizione, che racchiude i patrimoni dei quattro rami della famiglia Benetton, è la storica cassaforte attraverso cui la famiglia di Treviso per anni ha controllato Atlantia, holding che a sua volta era azionista di maggioranza di Autostrade per l’Italia (Aspi). Concludiamo citando un altro passaggio di Egle Possetti, a nome dei familiari delle vittime (e di tutti gli italiani onesti): “Il tempo verrà, noi e tante persone che hanno a cuore il bene, stiamo lavorando per ottenere quel piccolo ‘premio’ nella nostra vita, che si chiama giustizia, che non ci darà nuovamente le nostre famiglie, ma forse potrà salvarne altre”.

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