In queste ore abbiamo visto circolare, attraverso i social, tantissimi post che iniziano tutti allo stesso modo: “Non autorizzo Facebook…”. Seguiti da messaggi in cui si sottolinea come la piattaforma potrebbe diventare presto a pagamento per gli utenti che non condividono il messaggio. Ma le cose sono davvero così? Presto dovremo mettere mano al portafogli per continuare a utilizzare i nostri profili? E se sì, i post in cui si nega il consenso hanno davvero un’utilità? Tempo di fare un po’ di chiarezza. Innanzitutto è vero che Meta, azienda proprietaria di Facebook, sta per immettere in Europa un piano a pagamento per chi vuole continuare a utilizzare la piattaforma senza però condividere più i propri dati e ricevere pubblicità. Questo, però, non significa che dovremo pagare obbligatoriamente, anzi. (Continua a leggere dopo la foto)
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Facebook non sarà a pagamento e non vi saranno addebitati esborsi mensili se continuerete a usarlo. Soltanto chi vorrà avere un servizio più fluido potrà, a propria discrezione, scegliere di contribuire economicamente. Inoltre, meglio non cadere nella trappola dei post: condividere queste catene di Sant’Antonio virtuali non ha alcuna utilità. (Continua a leggere dopo la foto)
Come sottolineato dal Corriere della Sera, chi è su Facebook potrà rimanderci senza alcun timore: “I nuovi piani a pagamento si attiveranno solo se deciderete (consapevolmente) di sottoscriverli”. Per quanto riguarda i messaggi con scritto “Non autorizzo ecc..”, la condivisione non ha alcun valore legale. In ogni caso, dunque, sarebbero inutili. (Continua a leggere dopo la foto)
I termini di utilizzo di Facebook sono infatti definiti nel momento in cui l’utente accetta le Condizioni d’Uso del social. Pubblicare post in cui si nega il consenso per questo o quel trattamento dei dati non serve, dunque, assolutamente a niente.