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Ecco come l’Ue (Germanica) finanzia la Turchia per bloccare i flussi migratori verso i suoi confini

Pubblicato il 11/05/2021 10:09

Si chiama programma Ipa, per “rafforzare la democrazia” e per favorire l’avvicinamento della Turchia ai requisiti economici richiesti per l’accesso turco all’Ue, ma dietro si nasconde di fatto un flusso ingente di denaro che l’Europa periodicamente versa nelle casse di Erdogan per bloccare il flusso di migranti diretti verso i Paesi del Nord Europa, in particolare verso la Germania. 

Attraverso la rotta balcanica che unisce l’Europa con il Medio Oriente, migliaia di migranti, per lo più siriani, ma anche curdi, iracheni o libici, cercano di attraversare il confine tra Turchia e Grecia. In un ventennio la Turchia si è accaparrata “oltre 15 miliardi di euro” il fiume di denaro non si è bloccato neppure dopo la svolta filo islamista di Erdogan, quando l’idea di vedere il paese entro i confini europei si è allontanata con decisione dal dittatore turco.

Ai soldi già allocati dei fondi IPA I e IPA II, dove la Turchia la fa da padrona – il 50% dei fondi sono stati destinati al paese- ci sono anche da aggiungere i fondi che saranno destinati con il Programma IPA III, che verranno a pesare  sul periodo finanziario 2021-27. Un aumento del pacchetto rispetto a IPA II dell’1,1%. Stando a quanto riferisce scenari economici raggiungerebbe quota 12,9 miliardi di euro. Calcolando la distribuzione dei fondi fra i vari stati, c’è da attendere che alla Turchia andranno almeno 6-7 miliardi. 

La Corte dei Conti Europea aveva espresso delle perplessità sulla scarsa trasparenza delle procedure seguite dal governo turco, ma l’indagine eseguita dal Parlamento Europeo, che ha confermato i dubbi,  non ha provocato l’interruzione degli stanziamenti. 

I fondi Ipa non sono l’unico canale attraverso il quale l’Europa finanzia la Turchia: esistono infatti anche i finanziamenti della BEI, erogati dalla Banca Europea d’Investimento, i contributi sotto forma di assistenza ai rifugiati in Turchia e altre forme di finanziamento minori. 

Solo la Banca europea degli investimenti ha erogato “dal 2000 ben 28,9 miliardi di investimenti ad Ankara”. Per quanto concerne invece i contributi per i Rifugiati in Turchia si tratterebbe di 3 miliardi per il periodo 2016-2017 e 3 miliardi per il periodo 2018-2019, per un totale di 6 miliardi. 

Insomma, è evidente come il regime di Erdogan sia stato avvantaggiato dai flussi finanziari provenienti dall’Europa. È stato utilizzato qualsiasi espediente, inclusa la beffa dei fondi per rinforzare la democrazia che finiscono nelle casse di un dittatore, pur di bloccare i flussi immigratori dell’Ungheria, Germania e Austria.

La domanda è perchè altrettanta solerzia non sia stata utilizzata per i flussi provenienti dalla Libia e Tunisia. Ma la risposta è implicita nella realtà che si nasconde dietro l’Unione europea, nei fatti è da sempre Unione germanica.

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