
Torna in pubblico e torna a martellare l’Europa. Come ormai gli capita sempre più spesso. Da quando ha lasciato Palazzo Chigi, Mario Draghi non perde occasione per attaccare l’Ue. Stavolta, però, alza il tiro lanciando un vero allarme: “Il modello dell’Europa si è dissolto”, dice in occasione della presentazione dell’ultimo libro di Aldo Cazzullo. Di politica interna non parla, dell’Europa, però, sì. E spiega: “Sta vivendo un momento critico e speriamo che ci tengano uniti quei valori fondanti che ci hanno messo insieme. Il modello di crescita si è dissolto e bisogna reinventarsi un modo di crescere ma per fare questo occorre diventare Stato. Il mercato europeo è troppo piccolo, ed è in realtà costituito da tanti mercati separati. Per questo motivo – afferma – quando nasce un’impresa e cresce, preferisce poi magari spostarsi negli Stati Uniti”. (Continua a leggere dopo la foto)
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Continua il suo ragionamento Draghi: “Noi abbiamo fatto un errore colossale alla fine degli anni ’90, deliberando l’allargamento senza aver modificato le regole per le decisioni che dobbiamo prendere. Abbiamo mantenuto le stesse regole di quando i Paesi erano dodici”. Per Draghi questa Europa fa fatica perché lontana dall’idea di un’entità politica unica: “Il mercato è diviso: ad esempio per i farmaci negli Usa c’è una sola agenzia, in Europa 26. E ora le sfide che abbiamo sono sovranazionali, a partire dalla lotta al cambiamento climatico, dalla difesa”. Anche sul clima rimarca che “ogni Paese ha la propria politica” per cui “la lotta non procede allo stesso ritmo ma l’emergenza è di tutti”. Sulla difesa arriva un’altra critica: “Dobbiamo coordinare meglio la spesa: la nostra è da tre a cinque volte superiore a quella della Russia”. (Continua a leggere dopoil video)
Draghi, poltronissima in Europa?
Infine, l’attacco finale che però nasconde altro, la volontà, cioè, di rifondare sì l’Europa, ma a discapito dell’Italia, proseguendo del lungo progetto (di cui è stato ampiamente protagonista), che porta allo scioglimento del nostro Paese per regalarlo a Francia e Germania: “In questo momento c’è paralisi decisionale. Occorre cominciare a pensare a un’integrazione politica europea, cominciare a pensare che siamo italiani ma siamo anche europei”. Tutti questi velati attacchi di Draghi all’Europa negli ultimi tempi lasciano pensare, come malignano in tanti e come sottolinea anche Repubblica, che siano frutto della volontà di accaparrarsi un ruolo di rilievo proprio in Europa dopo le prossime elezioni…
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