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I Benetton, l’acquisto di Autostrade a costo zero e lo zampino di Mario Draghi

Pubblicato il 05/02/2021 15:44

Giuseppe Oddo sul suo blog ha voluto giustamente ricordare a tutti quando la famiglia Benetton, durante il governo D’Alema, portò a termine l’acquisizione della società Autostrade dal gruppo Iri. Questa operazione è tornata tristemente d’attualità dopo il crollo del Ponte Morandi a Genova, e dopo che i 5Stelle, con Conte in testa, promettevano la revoca delle concessione salvo poi non fare nulla. E nulla accadrà nemmeno stavolta, con Draghi premier, anche perché in quell’operazione c’è anche il suo zampino. I particolari dell’acquisizione sono descritti in modo sintetico nell’Analisi trimestrale dei bilanci di R&S-Il Sole 24 Ore del 24 dicembre 2009, la pagina dedicata ai conti dei grandi gruppi quotati in Borsa. La fonte dei dati è dunque la società di studi e ricerche di Mediobanca. (Continua a leggere dopo la foto)

Scrive Oddo: “L’acquisizione avvenne tramite una scatola finanziaria appositamente costituita, Schemaventotto. Per aggiudicarsi il 30% di Autostrade, Edizione nel 2000 investì attraverso Schemaventotto 2,5 miliardi di euro, di cui 1,3 miliardi di mezzi propri e 1,2 miliardi presi a prestito. Il secondo passaggio avvenne nel 2003, quando un altro veicolo finanziario controllato da Schemaventotto, denominato NewCo28, rilevò con un’Opa il 54% di Autostrade per 6,5 miliardi. In tal modo NewCo28 incorporò Autostrade scaricandole il debito che aveva contratto per finanziare l’Offerta”. (Continua a leggere dopo la foto)

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Per i Benetton l’operazione si chiuse a costo zero. “Schemaventotto tra il 2000 e il 2009 prelevò infatti da Autostrade 1,4 miliardi di dividendi, tutti generati da utili, e ne collocò in Borsa il 12% con un incasso di altri 1,2 miliardi. Il ricavato totale fu di 2,6 miliardi di euro. I Benetton sono pertanto rientrati dal debito, hanno recuperato i mezzi propri investiti, e la loro partecipazione nella società vale oggi svariati miliardi. Dal canto suo Autostrade, nonostante l’elevata esposizione finanziaria, continua ad avere una forte redditività e a generare profitti in misura superiore ai dividendi”. (Continua a leggere dopo la foto)

La privatizzazione di Autostrade, ossia il trasferimento di un monopolio naturale in mani private realizzato dalla maggioranza di centrosinistra, ricorda Oddo, “porta su di sé il marchio di Romano Prodi, Carlo Azeglio Ciampi, Mario Draghi e Massimo D’Alema. Il processo di privatizzazione maturò durante il primo governo Prodi e proseguì e si concluse senza soluzione di continuità con il governo D’Alema, con Ciampi ministro del Tesoro di entrambi gli esecutivi, Draghi direttore generale e Gian Maria Gros-Pietro presidente dell’Iri”. A futura memoria…

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