“L’Italia è a un bivio, ecco perché mi candido. Per me essere progressista vuol dire mettere al centro della politica la giustizia sociale”, queste le parole che aveva pronunciato l’economista Cottarelli prima delle politiche. Ma adesso l’ex dirigente Fmi ci ripensa e lascia il Pd e la sua poltrona in Senato. “Mi dimetto da parlamentare in settimana”, ha annunciato ieri, 7 maggio, con una lettera a La Repubblica e da Fabio Fazio a Che tempo che fa. L’economista ha rassegnato le sue dimissioni “senza ripensamenti” e lo ha fatto per ragioni precise. (Continua dopo la foto)
“Credo sia importante che ognuno faccia al meglio quello che può fare, credo di poter essere più utile al Paese nel mio ruolo di grillo parlante, di divulgatore”, ha spiegato Cottarelli, il quale ha aggiunto che rinuncia all’incarico politico per “incompatibilità” con una mansione accettata per conto dell’Università Cattolica. (Continua dopo la foto)
Cottarelli aveva già espresso un disagio verso la linea adottata dall’attuale leader di partito Elly Schlein. Disagio che quindi troverebbe conferma nelle dimissioni appena annunciate. “Io stimo molto Schlein, sta facendo la cosa giusta nello spostare il Partito democratico più a sinistra, andando a rappresentare una parte sociale che forse adesso è poco rappresentata. La questione è la mia posizione: ci sono delle differenze che si sono create con il Pd, una di queste riguarda per esempio il ruolo che il merito deve avere nella società e nell’economia. Nel documento dei valori del Pd del 2008 il ruolo del merito era molto enfatizzato. Nei più recenti documenti, quello di gennaio e nella mozione di Schlein, è un po’ scomparso, addirittura si critica un po’ il criterio del merito”.