Due vicende apparentemente distantissime tra loro ma che la sinistra – come sempre in modo strumentale – riesce a mettere in correlazione. Il vomitevole stupro di Palermo e il libro del generale Vannacci. Come starebbero insieme le due cose? A fare la difficilissima capriola è il famosissimo scrittore Maurizio De Giovanni, noto al grande pubblico per i suoi libri gialli e per le trasposizioni messe in onda dalla Rai. Da “I bastardi di Pizzofalcone” al “Commissario Ricciardi”, passando per “Mina Settembre”, lo scrittore è stimatissimo autore di best seller, campione d’incassi in libreria e leader di telespettatori con le fiction tratte dai suoi romanzi, stavolta ha vestito i panni dell’opinionista e, nel corso della puntata del 24 agosto di “In Onda” su La7, ha commentato i due temi mettendoli in relazione tra loro. Come? (Continua a leggere dopo la foto)
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De Giovanni, il libro del generale Vannacci e lo stupro di Palermo
Ospite di Luca Telese e Marianna Aprile, Maurizio De Giovanni ha parlato della relazione (a suo dire) tra il libro del generale Vannacci (in testa alle classifiche Amazon) e lo stupro di Palermo: “Avere una manifestazione scritta con così ampia diffusione – dice – fa sì che molta gente si senta legittimata a dirsi d’accordo, a esprimere la propria adesione totale a queste idee, secondo me è una deriva pericolosissima. Raccogliere questo consenso esplicito contribuisce alla formazione di una mentalità condivisa e una cosa è che sia sottotraccia e una cosa è che trovi adesione. Non credo che ci sia così tanta distanza tra la manifestazione di queste idee ed eventi come lo stupro di Palermo”, dice. (Continua a leggere dopo il video)
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Stimolato ancora all’approfondire questo concetto dai conduttore, Maurizio De Giovanni ribadisce: “Io vedo una correlazione purtroppo forte tra queste due cose”, riferendosi appunto al libro del generale Vannacci e allo stupro di Palermo. Poi conclude: “Quelle del general sono 357 pagine di assolute farneticazioni, dove vengono espresse teorie senza alcun senso che però contribuisce alla formazione di una mentalità condivisa. E trova adesione”.
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