Molto probabilmente, se non ci fossero stati di mezzo – anche – esponenti politici di un certo peso, non avremmo mai saputo che, con estrema facilità, i conti correnti, le transazioni finanziarie e una miriade di altri dati sensibili e, in teoria, protetti anche legalmente, possano essere scandagliati a fondo, e non da parte di hacker o terroristi: è scoppiato uno scandalo di cui intravediamo solo l’inizio, la punta dell’iceberg, considerando che a finire al centro dell’inchiesta è stato addirittura un maresciallo della Guardia di Finanza che è stato per lungo tempo a servizio della Direzione nazionale antimafia. Qualcuno vende i nostri dati, o fa attività di dossieraggio, all’interno di una istituzione, la Dna, talmente importante? I nostri dati sensibili violati da chi dovrebbe, piuttosto, indagare sulle mafie: le informazioni su tutti noi sono nelle mani di persone che possono “scaricarle” e utilizzarle senza averne titolo. Come è possibile questo? Facciamo un passo indietro e vediamo come si è arrivati a ciò. Sta indagando la Procura di Perugia, guidata da Raffaele Cantone, l’ex presidente dell’Anac, e il reato contestato è l’accesso abusivo alla banca dati delle forze di polizia. (Continua a leggere dopo la foto)
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Gli scoop di “Domani”
Non solo i politici, ma anche i normali cittadini sono a rischio, mentre sono in corso verifiche sui nomi di altre possibili vittime, anche sportivi e attori. L’esempio più recente è nell’articolo del quotidiano Domani, allorché alcuni giorni fa ha scritto della compravendita di una villa da parte delle famiglie di Ignazio Larussa e Daniela Santanché e della plusvalenza realizzata rivendendola subito dopo. Articolo che, dunque, si è rivelato un boomerang. Infatti, la Segnalazione di operazioni sospette (Sos) che ha riguardato l’affare immobiliare di cui poc’anzi doveva essere una informazione riservata e teoricamente spetterebbe alla polizia giudiziaria effettuare gli approfondimenti, mentre è finito in prima pagina sul quotidiano diretto da Emiliano Fittipaldi. Ma la vera scintilla che ha innescato l’incendio risale all’ottobre del 2022, quando Guido Crosetto, appena nominato ministro della Difesa, ha presentato un esposto alla procura di Roma, sempre per un articolo di Domani intitolato Così Crosetto ha incassato milioni di euro da Leonardo: “A seguito della pubblicazione di miei dati personali e non pubblici, accessibili solo da parte di persone autorizzate, ho deciso di sporgere una querela alla procura di Roma per capire come fossero stati recuperati”, spiega oggi a la Repubblica. (Continua a leggere dopo la foto)
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Il dossieraggio
È stato proprio l’attuale procuratore nazionale antimafia, Giovanni Melillo, a consegnare alla procura di Roma gli accessi ritenuti anomali effettuati da un finanziere in servizio presso il suo ufficio, assegnato al gruppo di lavoro che si occupa delle segnalazioni di transazioni finanziarie sospette. Forse, si suppone, l’uomo ha avuto dei complici. Secondo quello che sta emergendo, già nel corso del 2020 la pubblicazione su diversi quotidiani di Sos riservati che riguardavano personaggi politici di primo livello avevano destato alcuni sospetti: tra gli altri, vengono citati i nomi di Matteo Renzi e Giuseppe Conte. E proprio Matteo Renzi ha pubblicato il tweet che vi proponiamo, esprimendo solidarietà al ministro Crosetto. (Continua a leggere dopo la foto)
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Lo so, lo so. Chi ha letto IL MOSTRO non si scandalizza più di niente. Ma l'oscura vicenda che ruota attorno a una denuncia di Guido Crosetto è comunque allucinante.
— Matteo Renzi (@matteorenzi) August 3, 2023
Chi utilizza segreti e dossier come forma di killeraggio politico contro avversari politici? Ne vedremo delle…… https://t.co/t1ty2Ifcwz
Le indagini
Il quotidiano romano parla di una “notevole mole di accessi abusivi effettuati dall’ufficiale della Guardia di Finanza alla banca dati delle Sos”. Il militare in questione, le cui iniziali sono P. S. (secondo quanto riportato da La Verità), lavorava fino a poco tempo fa nel Nucleo Speciale di Polizia Valutaria della Gdf, ed era ritenuto un grande esperto di riciclaggio di denaro e delle attività finanziarie della criminalità organizzata. Dopo la denuncia, però, l’inchiesta si è allargata “rispetto all’ipotesi originaria di violazioni di notizie riservate in danno del ministro Guido Crosetto”, fa sapere il procuratore Raffaele Cantone in un comunicato, in cui si sottolinea che sono state già sentite “numerose” persone ed esaminata una “rilevante” quantità di documenti. Le indagini tecniche ed informatiche hanno svelato che effettivamente il graduato delle Fiamme Gialle aveva effettuato almeno cento visure patrimoniali, quasi tutte su nomi della politica e di importanti istituzioni, ma non solo.
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