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Dal governo altri regali alle banche: cresce la dote di Mps in vista delle nozze con Unicredit

Pubblicato il 29/12/2020 12:36

Un regalo dopo l’altro, nel pieno rispetto del clima natalizio, si avvia verso la sua ormai naturale conclusione la vicenda Monte dei Paschi di Siena, promessa sposa di Unicredit con la benedizione di un governo che continua a sbracciarsi per rendere l’affare il più conveniente possibile per l’istituto. Dopo mesi di soste e ripartenze, la privatizzazione dovrebbe decollare con l’inizio del 2021, almeno stando alla tabella di marcia del Tesoro. Si lavora soltanto alla dote che dovrà vincere le ultime resistenze del futuro partner, assorbendo l’intero effetto patrimoniale dell’operazione.

Dal governo altri regali alle banche: cresce la dote di Mps in vista delle nozze con Unicredit

Stando a quanto rivelato da Milano Finanza, dalle parti del ministero dell’Economia di Roberto Gualtieri ci si sta concentrando in questi giorni sulla definizione della garanzia del contenzioso. Sul futuro di Mps, bene ricordarlo, pesano infatti i tanti rischi legali stimati per 10 miliardi di euro, non proprio una cifra irrisoria. L’idea dell’esecutivo è quindi quella di assicurarli facendo subentrare Finteena, Amco o un’altra partecipata in qualità di “risk taker”, sfidando le delicate regole della concorrenza e degli aiuti di Stato. I contatti, in ogni caso, sono ormai in corso da tempo.

Dal governo altri regali alle banche: cresce la dote di Mps in vista delle nozze con Unicredit

E non si può escludere che alla fine la generosità del governo sia ancora più marcata, con una dote che potrebbe ancora aumentare prima della definitiva stretta di mano. A Roma si studia l’ipotesi di un’ulteriore pulizia dell’attivo della banca senese, dopo il recente trasferimento di 8 miliardi di non performing exposure ad Amco. Non abbastanza, evidentemente, visto che la linea di questi giorni è che sia necessario un ulteriore sforzo.

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Non si conoscono ancora le cifre approssimative, ma è probabile che il totale sia tra i 3 e i 6 miliardi. Per ora il board della banca ha annunciato un fabbisogno di 2,5 miliardi ma, in caso di nuove operazioni straordinarie sull’attivo, l’importo potrebbe anche salire. Il tutto mentre Unicredit è ancora concentrato sulla scelta del nuovo ceo: i favoriti per la poltrona sono Fabio Gallia, Alberto Nagel, Andrea Munari, Victor Massiah e Bernardo Mingrone, ma non si escludono sorprese dell’ultima ora.

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