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Vaccini, schiaffo in faccia all’Europa dalla Cina che minaccia rappresaglie: “Dovete smetterla”

Pubblicato il 03/01/2023 19:25 - Aggiornato il 03/01/2023 19:31

I tamponi obbligatori in aeroporto, per i passeggeri provenienti dalla Cina, sono giudicati “inaccettabili” da Pechino. Proprio la Cina, da cui tutto è partito. Proprio il Paese estensore del modello più restrittivo, il sogno di Speranza e compagni, quella stessa Cina che chiudeva in casa le persone per mesi, con le guardie dietro la porta in nome della fallimentare strategia del Covid Zero, ora parla di “decisione inaccettabile”, in merito alle normali procedure di sicurezza per cui diversi Paesi, tra cui l’Italia, gli Stati Uniti, il Giappone, impongono gli screening rapidi negli aeroporti ai viaggiatori cinesi (e a chiunque provenga dalla Repubblica popolare). La Cina, addirittura, potrebbe “prendere contromisure, sulla base del principio di reciprocità”, nelle parole della portavoce del ministero degli Esteri, cinese, Mao Ning. Fermo restando che, facendo il viaggio al contrario, pressoché la stessa cosa accade negli aeroporti cinesi, stupisce non poco che la funzionaria del governo cinese abbia parlato di un provvedimento che “non ha basi scientifiche”, definendo la decisione appunto “inaccettabile”. La stessa Mao Ning riferisce anche che “ci opponiamo fermamente alla pratica di manipolare le misure di prevenzione e controllo della pandemia per raggiungere obiettivi politici”. Eppure, nonostante l’opacità che circonda tutto quel che accede da quelle parti, solo pochi giorni fa abbiamo scritto della vera e propria caccia a un farmaco italiano da parte dei cittadini cinesi. Dopo l’esplosione di contagi nel Paese asiatico e il via libera ai viaggi all’estero deciso dalle autorità di Pechino, a seguito delle proteste di fine novembre contro i lockdown, la situazione sta degenerando in un incidente diplomatico plurimo. (Continua a leggere dopo la foto)

covid tamponi passeggeri Cina

Tuttavia, l’endemica diffidenza cinese porta persino a rifiutare l’aiuto e la collaborazione che giungono da Occidente. La Commissaria alla Salute dell’Unione europea, Stella Kyriakides, ha contattato la controparte cinese per offrire solidarietà e supporto, nonché “la donazione di vaccini adattati alle varianti”, ha riferito il portavoce della Commissione europea, Tim McPhee. Eppure, in risposta a una domanda sull’offerta di vaccini gratis a Pechino da parte dell’Unione Europea, sempre Mao Ning ha inteso declinare l’offerta, con queste precise parole: “La produzione cinese di vaccini contro il Covid-19 può soddisfare la domanda”. Ma che sta succedendo in Cina? Pechino ammette cinquemila nuovi casi al giorno, ma secondo diversi analisti la cifra si avvicina al milione. Ufficialmente le vittime in tutto il mese di dicembre sono state soltanto 13, ma, secondo una stima dell’agenzia britannica Airfinity, il bilancio sarebbe di novemila morti al giorno (Continua a leggere dopo la foto)

 Anche l’Italia attua lo screening. “In questo momento la situazione dovrebbe essere abbastanza tranquillizzante”, ha detto la premier Giorgia Meloni, dopo aver appurato che i positivi sbarcati a Malpensa nel giorno di Santo Stefano erano stati contagiati con una variante già presente in Italia, la famosa, o famigerata, Omicron.

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