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“Avrebbero potuto salvare tante vite. Ma furono boicottate”. La denuncia del medico

Pubblicato il 05/09/2022 13:13 - Aggiornato il 05/09/2022 14:14

I rimedi domiciliari erano già stati testati e si erano rivelati efficenti nel contrastare il Covid. Ma rimasero vittima di un vero e proprio boicottaggio, nel timore che in caso contrario la gente avrebbe iniziato a diffidare dei vaccini, dei quali nel frattempo si scoprivano i pericolosi effetti collaterali. A ricostruire quanto accaduto nei primi mesi della pandemia è il dottor Pietro Luigi Garavelli, che alle pagine della Verità ha raccontato la sua versione dei fatti. Il medico, soprannominato “il padre dell’idrossiclorochina in Italia”, era stato tra i primi a sostenere che le varianti avrebbero reso i vaccini inutili.

“Già nel marzo 2020 in tanti centri d’Italia – ha spiegato Garavelli – tanti medici avevano iniziato le cure precoci di un farmaco, l’idrossiclorochina, che ha una doppia attività antivirale e antinfiammatoria a cui vengono aggiunti, a seconda dei casi, anticoagulanti, cortisonici e altri farmaci. Sappiamo che la malattia va approcciata il prima possibile e l’iniziale conoscenza della fisiopatologia del Covid-19 confermava tale ipotesi. L’importanza stava proprio nel timing, nel trattare precocemente i pazienti prima che la malattia virasse da prevalente patogenesi virale a prevalente patogenesi immunitaria”.

Un approccio che venne ufficializzato dalla Regione Piemonte. E che però le altre Regioni finsero di non vedere, nonostante le sollecitazioni per l’adozione di un protocollo a livello nazionale. Garavelli era stato ascoltato in quei giorni anche in Senato, quando i morti erano ancora soltanto un migliaio in tutta Italia: “Spiegai quello che avevo visto facendo il mio lavoro all’ospedale di Novara. Dissi che il Covid era una malattia che si caratterizzava da diverse fasi e spiegai che l’idrossiclorochina era molto utile per la duplice antivirale e immunomodulante”.

Dopo l’audizione in Senato di Garavelli, il governo si era impegnato a coinvolgere i medici esperti di terapie a casa nella revisione dei protocolli di cura. Un impegno, però, disatteso. Il medico, nel frattempo, è stato oggetto di procedura disciplinare per aver osato sottolineare pubblicamente l’esistenza di alternative al vaccino: “Ma io non sono no vax. Io ho sempre detto che i vaccini non sono una garanzia assoluta e per fortuna ci sono le cure domiciliari”.

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