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“Hanno nascosto gli effetti avversi”. L’Europa vuota il sacco: la verità sui contratti con Pfizer scritta nero su bianco

Pubblicato il 03/11/2023 10:16 - Aggiornato il 04/11/2023 12:00
contratti vaccino effetti avversi

Continuate a pazientare ancora un po’. Di giorno in giorno vengono fuori nuove prove contro il vaccino anti Covid e l’imposizione criminale che è stata fatta alla popolazione di questo prodotto sperimentale. L’ultima scoperta deriva da una ammissione dell’Ema e dai contratti tra l’Ue e Pfizer: la presenza nel vaccino a mRna del promotore SV40, ovvero sequenze di Dna originate dal virus derivante dalle scimmie SV40 che aiutano a stimolare l’espressione genica. La cosa grave, oltre al fatto in sé, è che l’Ema, l’agenzia europea del farmaco, ne era già a conoscenza quando, nel dicembre 2020, ha dato il via libera al “vaccino” anti Covid di Pfizer. Ma hanno deciso di tenerlo nascosto. Così come hanno nascosto gli effetti avversi e l’efficacia. Lo confessa la stessa agenzia regolatoria a The Epoch Times: “Mentre la sequenza completa del Dna del materiale di partenza del plasmide è stata fornita nella domanda iniziale di autorizzazione all’immissione in commercio per Comirnaty – dicono – il richiedente (Pfizer, ndr) non ha evidenziato specificamente la sequenza SV40“. Una bomba. Perché? (Continua a leggere dopo la foto)
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Risulta che Pfizer non l’avrebbe fatto perché quel potenziatore nel suo vaccino “era considerato una parte non funzionale del plasmide”, riferisce ancora l’Ema. Del resto, come ricostruisce Patrizia Floder Reitter su LaVerità, già ad aprile, Kevin McKernan, esperto di genomica di Boston, aveva lanciato un allarme “per la presenza di un promotore dell’SV40 (oncogeno o cancerogeno) nelle fiale del vaccino Pfizer, una sequenza che viene usata per guidare il Dna nel nucleo, specialmente nelle terapie geniche“. L’Ema, dopo la confessione, ha però fatto alcune precisazioni per “pararsi il didietro”, affermando che “queste sequenze di Dna” possono essere presenti “solo come impurità residue a livelli molto bassi, che vengono regolarmente controllati”. Il problema, però, è che a questa affermazione non è seguita alcuna prova scientifica. Anzi. (Continua a leggere dopo la foto)
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Sempre McKernan, infatti, ha indicato almeno “100-200 miliardi di frammenti del plasmide in ogni dose”. Non proprio piccolezze. Questa serie di ammissioni, ora, ha generato una sorta di guerra, o scaricabarile, tra l’Ema e Pfizer, con l’Agenzia europea che tenta di addossare al colosso farmaceutico la responsabilità di “non aver evidenziato” la presenza di questa sequenza di Dna. Ma scusate: visto che il vaccino andava somministrato a milioni di persone, è possibile che l’Ema non abbia analizzato con la massima precisione la documentazione su un farmaco sperimentale prima di iniettarlo a tutti con obblighi, Green pass etc? Dai contratti tra l’Ue e Big Pharma, inoltre, emergono altri inquietanti dettagli. Come questa frase: “Lo Stato membro partecipante riconosce inoltre che gli effetti a lungo termine e l’efficacia del vaccino non sono attualmente noti, e che potrebbero esserci effetti avversi del vaccino attualmente non noti”. (Continua a leggere dopo la foto)
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Il giallo dei contratti del vaccino: effetti avversi sconosciuti

Insomma, si fa un accordo di miliardi e miliardi di euro su un farmaco da iniettare a milioni di persone senza avere certezze sulla sua efficacia e sulla sua sicurezza. Ema ha dunque firmato i contratti per il vaccino sulla base di un deficit enorme di informazioni. Da lì, poi, la palla è passata ai governi nazionali, che hanno continuato a mentire sull’efficacia dei vaccini e omettendo di dire che non si conoscevano gli eventi avversi. Come la stessa Pfizer, del resto, aveva espresso nei contratti ora venuti alla luce anche nelle loro parti inizialmente oscurati grazie all’Ong Healt Justice Initiative che è riuscita a ottenerli dal governo sudafricano. In conclusione, poniamoci ora un’altra domanda: se il vaccino introduce nuovo materiale genico nelle cellule, perché non è stato testato per la genotossicità come da prassi? Giusta la conclusione di Floder Reitter che ammonisce l’Europa: “Chiarisca l’Ema perché continua a classificare come vaccini sostanze geniche che possono attivare alcuni geni, o attivarne altri cancerogeni”. Attendiamo risposte.

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