Quando si è dalla parte dei “buoni” ogni cosa è lecita, purtroppo lo constatiamo quotidianamente. Ma quel che sta accadendo è talmente grave che non si può tacere. I nostri soldi in banca non sono così al sicuro come pensiamo, e ci siamo già occupati del “Debanking” per il caso eclatante di Nigel Farage: le banche inglesi chiudono qualcosa come mille conti al giorno e, pur se non viaggiano a questi ritmi, anche le banche francesi, statunitensi e canadesi non sono nuove a tale pratica. E, vedremo, è successo anche in Italia, all’avvocato Olga Milanese. Facciamo dapprima un passo indietro, sino al 2022, allorché il governo canadese stroncò la protesta dei camionisti contro il Green pass precisamente bloccandone i conti. Come è facile riscontrare, dunque, le vittime di questa furia sono coloro che non si mostrano allineati alla narrativa dominante del pensiero unico e politicamente corretto. Sia gli individui che le associazioni lamentano questo attacco senza precedenti alla proprietà privata. (Continua a leggere dopo la foto)
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La disavventura di Nigel Farage, e degli altri
Ripartiamo dal Regno Unito, dall’Inghilterra in particolare, ove secondo i dati della Financial Conduct Authority si è passati da meno di 50mila conti chiusi nel 2016 a quasi 350mila nel 2022. Tanto da spingere il governo di Rishi Sunak a promulgare una legge per affrontare il fenomeno, come riporta Il Giornale d’Italia. Le banche affermano ufficialmente di compiere tali azioni in nome della “lotta al riciclaggio”, delle “frodi bancarie” e del “finanziamento al terrorismo”. Motivazioni invero risibili e facilmente attaccabili: gli “standard etici” sono piuttosto “standard politici”, giacché caratteristica comune a tutti i correntisti sospesi è la propria posizione controcorrente, che si parli di vaccini, clima, istanze Lgbt e via dicendo. D’altronde, il Daily Mail scrisse all’epoca che il conto di Farage è stato bloccato non per problemi economici, bensì a causa “dei suoi commenti sulla Brexit e i suoi legami con Donald Trump e Novak Djokovic”. Era una “Politically exposed person”, una cosa che evidentemente non va bene per i cultori dell’omologazione. Fortunatamente, dopo che Farage denunciò quanto avvenuto, i vertici della Banca Coutts – che appartiene al gruppo Nat West, che a sua volta è posseduto al 39% dal governo – furono costretti alle dimissioni. (Continua a leggere dopo la foto)
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Debanking in Italia, la denuncia dell’avvocato Milanese
Purtroppo, lo anticipavamo, c’è un caso che interessa anche l’Italia e che speriamo con tutto il cuore rimanga isolato, quello di Olga Milanese. L’avvocato Milanese è la presidente dell’associazione Umanità & Ragione, impegnata dal 2021 nella battaglia civile contro il Green pass e l’obbligo di vaccinazione anti Covid. Ebbene, il conto corrente dell’associazione è stato attivo per un solo mese prima di essere bloccato. La banca ha comunicato che avrebbe restituito i soldi a coloro che avevano effettuato le donazioni, considerandoli di sua proprietà anziché dell’associazione. Il motivo? L’impegno civile dell’associazione “non rappresenta il core business dell’azienda”. Precedenti assai preoccupanti, che ci portano a temere che la smania dell’abbandono dell’uso del contante promossa anzitutto dall’Unione europea, in favore di pagamenti esclusivamente elettronici, non si traduca un pericolosissimo rischio per la democrazia e la libera circolazione delle idee. (Continua a leggere dopo la foto)
Debanking negli Usa e in Francia
Invece, negli USA la scorsa estate PayPal, la nota applicazione di pagamenti elettronici, ha sospeso i pagamenti da parte di Toby Young, attivista per la libertà di espressione. La Francia, si diceva, rientra anch’essa nel novero degli Stati che attuano queste misure liberticide, particolarmente da quando è presidente della Repubblica Emmanuel Macron. Organismi e associazioni quali Génération Identitaire, L’Alvarium, Academia Christiana e La Citadelle sono finiti sotto la scure del debanking. Quello di Génération Identitaire, movimento politico di estrema destra, pare il caso più emblematico. Dissolta dal ministro degli interni Gérard Darmanin nel 2021, si è vista negare la gestione dei fondi associativi, dalla piattaforma Stripe, da PayPal e da Banque Populaire, che ha rifiutato i regolari versamenti dei donatori.
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